Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Freedom Flotilla al porto con gli aiuti per i palestinesi

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2018

I pacifisti sono stati ricevuti nell'aula del Consiglio dall'assessore Frau

 

 

 

Armati di solidarietà e di pace è il messaggio affidato a una t-shirt. A indossarla, nell'aula del Consiglio comunale, un'attivista della Freedom Flotilla, la mini flotta che, a fine mese, tenterà di forzare il blocco sulla striscia di Gaza per portare aiuti ai palestinesi, rinchiusi in una vera e propria prigione a cielo aperto. Lei e gli altri marinai della Al Awad, la nave partita da Cadice e giunta in porto domenica, sono stati ricevuti ieri mattina in Municipio dall'assessore comunale alla Cultura Paolo Frau.
LA TAPPA La Al Awad fa parte di una mini flotta composta da quattro navi: la seconda, il veliero Freedom, è giunta in porto ieri pomeriggio mentre le altre due, partite dal nord Europa stanno seguendo rotte fluviali. «E non in tutte le città», racconta Alberto Mari, il componente italiano del gruppo, «abbiamo avuto la stessa accoglienza che ci è stata riservata a Cagliari: a Parigi, nonostante la presenza sulle rive del fiume di tanti simpatizzanti che volevano donare materiale da portare in Palestina, alla nostra imbarcazione è stato impedito di attraccare». È andata meglio alle imbarcazioni che hanno seguito la rotta via mare: lasciata Cagliari, le due navi si dirigeranno ad Ajaccio, a Napoli e a Palermo prima di puntare verso la striscia di Gaza dove arriveranno a fine mese.
LA MISSIONE Sono ormai anni che le navi umanitarie cercano di forzare il blocco israeliano per portare aiuti alla popolazione palestinese. La ragione? La spiega, indirettamente, Frau che, abbandonando il linguaggio formale della politica, usa termini particolarmente forti. «Cominciamo a chiamare», dice, «le cose con il loro nome: Gaza è un campo di concentramento». I palestinesi sono prigionieri in quella striscia, dipendono completamente, anche per i bisogni primari, dall'acqua all'energia elettrica, dai capricci degli israeliani. Così è nata l'idea di creare questa flotta proprio con l'obiettivo di portare aiuti alle popolazioni palestinesi. «Questa volta», riprende Mari, «stiamo portando medicinali. E, se riusciremo a forzare il blocco, lasceremo ai palestinesi le imbarcazioni in modo che possano utilizzarle per la pesca».
L'OBIETTIVO Improbabile, però, che questa volta le cose andranno diversamente dal passato: le forze navali israeliane abbordano le imbarcazioni della Freedom Flotilla in acque internazionali (violando, dunque, le regole sul diritto della navigazione), le sequestrano e trattengono, spesso per alcuni giorni, i volontari prima di rispedirli a casa. «Ma questo non ci impedisce di provarci ancora: portiamo un messaggio di pace e solidarietà».
LE POLEMICHE Un messaggio che non tutti condividono. Nei giorni scorsi, all'annuncio della tappa cagliaritana della Freedom Flotilla, è stato fatto circolare un comunicato, firmato dal presidente dell'associazione Memoriale sardo della Shoah, nel quale si chiedeva al sindaco, al prefetto e al presidente della Regione di impedire lo sbarco delle imbarcazioni perché violerebbero l'articolo 67 del San Remo Manual on International Law in quanto hanno l'obiettivo di violare il blocco navale imposto da Israele. Un comunicato accompagnato anche da una petizione su Change.org che ha raccolto 1.570 firme sulle 2.500 attese. «A parte il fatto che veniamo abbordati in acque internazionali», spiegano i volontari, «il San Remo manual è un documento legalmente riconosciuto ma non è vincolante per gli Stati».
LA VISITA Così, i membri dell'equipaggio sono potuti tranquillamente arrivare a Cagliari. E sono stati anche ricevuti al Comune da Frau che ha portato anche i saluti del sindaco Massimo Zedda. «Proprio con lui, quando ancora non era stato eletto primo cittadino», ha raccontato, «siamo stati in Cisgiordania per conoscere e capire come vivono i palestinesi. Forse dovremmo ripetere questa esperienza». Ma la visita in Municipio è solo uno dei tanti momenti della permanenza cagliaritana dei pacifisti venuti da tutto il mondo. A organizzare lo sbarco, con l'associazione Sardegna-Palestina, sono state tantissime organizzazioni, dalla Carovana Smi alla rete degli studenti medi Eureka, passando per la comunità La Collina e per il GramsciLab dell'Università di Cagliari. E proprio a “casa” di uno di questi gruppi, il laboratorio politico Sa Domu, è stato il primo incontro tra gli attivisti e la città. Ieri, terminato l'incontro in Municipio, la delegazione, accompagnata da alcuni attivisti cagliaritani, è andata a protestare davanti al Consiglio regionale per il silenzio del presidente della Regione Pigliaru. Ma i pacifisti si sono potuti dedicare anche a conoscere Cagliari: nel pomeriggio, hanno lasciato la barca, ancorata proprio davanti all'ex stazione marittima, e sono andati a visitare il museo archeologico.
Marcello Cocco