Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Blocco delle lottizzazioni e sinergie

Fonte: La Nuova Sardegna
15 luglio 2009

MERCOLEDÌ, 15 LUGLIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



No a un capoluogo accentratore ma sviluppo metropolitano a rete



PIANO STRATEGICO In consiglio comunale la relazione finale che traccia le linee guida della città del futuro


di Roberto Paracchini
CAGLIARI. Non lottizzare e salvaguardare gli spazi liberi, e puntare sulle sinergie con l’area vasta: questi i messaggi centrali esposti ieri durante la presentazione dei risultati finali del piano strategico, che si è tenuta nella sala consiliare del Comune.
Il lavoro, da un lato ha disegnato le linee di sviluppo di Cagliari da qui al 2020, come precisato dal sindaco Emilio Floris durante la sua relazione di apertura; ed è stato realizzato con la partecipazione degli attori della società civile presenti nel territorio dall’altro, come spiegato da Roberto Camagni, docente di economia Urbana al Politecnico di Milano e presidente del comitato scientifico che ha redatto il piano. Un aspetto, questo, molto importante e che «ha caratterizzato tutto il lavoro svolto».
Oltre due anni di studi e indagini, e un costo complessivo di un milione e 317mila euro. Nella conferenza di presentazione, del maggio del 2007, erano presenti quasi cinquecento persone. Circa seicento sono state poi coinvolte nei tavoli tematici. Con la collaborazione dello storico Francesco Cesare Casula, dell’economista Beniamino Moro e del filosofo della scienza Silvano Tagliagambe sono stati realizzati cinque ambiti di discussione, illustrati ieri sia da Camagni che da Maurizio Cavazzoni (responsabile del settore dell’assistenza tecnica).
Ma perchè elaborare un piano strategico? Il via iniziale, ha informato Camagni, lo ha dato l’Europa per agevolare i finanziamenti provenienti dall’Ue che puntano molto sui modelli di sviluppo territoriali urbani. Uno degli obiettivi è infatti quello di uscire dall’idea di una città accentratrice a favore di una sviluppo metropolitano a rete, con tante polarità: diversi centri urbani in grado di valorizzare proprie funzioni.
Un’indicazione, questa, che comporta un lavoro «indispensabile di sinergia con tutta l’area, senza il quale non c’è piano strategico». Un’impostazione che ha già portato alla costituzione del forum dell’area vasta, come sottolineato dal primo cittadino Floris, ma che «dovrebbe essere ulteriormente allargato», come precisato dal rettore e urbanista Pasquale Mistretta (che ieri ha ribadito l’esigenza di adottare il punto di vista del territorio).
Il lavoro, realizzato sempre in modo partecipato, ha prodotto cinque assi tematici (governance e qualità del territorio, Cagliari città del Mediterraneo, conoscenza e innovazione, identità-cultura e ambiente, e creatività-coesione-solidarietà) e 260 idee progettuali. Ma spetterà «al momento istituzionale rapportarsi col piano e sviluppare-scegliere i progetti specifici», ha detto Camagni rispondendo ad alcune domande (di Ninni Depau, Pd; Salvatore Mereu, Forza Italia; e Fernanda Loche, Udc). Tra una settimana il dibattito. Poi la lunga fase attuativa.