Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Cacip il polo di Sa Illetta Prove di rilancio negli stabilimenti per la ricerca sulla pesca

Fonte: L'Unione Sarda
1 giugno 2018

Due milioni dalla Regione ma serve un accordo con Comune, Università e Consorzio

Al Cacip il polo di Sa Illetta Prove di rilancio negli stabilimenti per la ricerca sulla pesca

Dopo i terreni, il Cacip ha acquisito anche la proprietà dei caseggiati che la Regione aveva costruito sulle sponde della laguna, a Sa Illetta, per creare tra gli anni Ottanta e Novanta il polo della ricerca scientifica al servizio della pesca. Nonostante i tanti soldi spesi e le opere realizzate, erano svaniti nel nulla i propositi per rilanciare l'attività di allevamento ittico nella laguna invasa dal vibrione del colera.
INCOMPIUTA I progetti non sono mai partiti, nonostante gli impianti all'avanguardia come lo schiuditoio, i laboratori di biologia, la sala delle arselle e quella per la produzione delle microalghe (cibo per far crescere i molluschi bivalvi prima del loro inserimento in laguna) fossero pronti per essere accesi. Sono sempre lì. Distrutti, danneggiati, rovinati. Ormai in gran parte inutilizzabili.
La svolta è dietro l'angolo, favorita proprio dal riconoscimento della proprietà e dal superamento di una situazione confusa che stava di fatto bloccando tutto. La Regione ha recuperato due milioni e mezzo di euro da destinare alla riqualificazione degli stabilimenti ma i fondi resteranno bloccati fino a quando non verrà stilato un accordo di programma tra la stessa Regione, il Consorzio industriale provinciale di Cagliari, il Comune e il Consorzio ittico Santa Gilla che gestisce su concessione la pesca e l'allevamento di mitili nelle acque della laguna.
IL PRESIDENTE «Il compendio di Sa Illetta era stato realizzato sui terreni del Cacip ed è proprio per questo, come ha verificato la stessa Regione dopo nostre ripetute richieste, che sono stati riconosciuti come proprietà del Consorzio. È evidente che il Cacip ha già dato la massima disponibilità per il recupero e la valorizzazione dei caseggiati e per favorire attività produttive legate alla pesca, alla ricerca e all'ambiente», spiega il presidente Salvatore Mattana. Un programma che coinvolge necessariamente anche l'Università di Cagliari, Dipartimento di scienze dell'ambiente già impegnato a Santa Gilla sull'allevamento dei ricci e delle ostriche.
LA SCELTA A firmare il “passaggio di consegne” degli edifici al Consorzio industriale è stato l'assessorato agli Enti locali. «Prossimo passo, l'accordo di programma. Nelle ipotesi di gestione, parte degli edifici del compendio saranno affidati all'assessorato all'Agricoltura che ha dirette competenze sulla pesca, una parte al Comune di Cagliari, all'Università e al Consorzio ittico», spiega Mattana.
LA SOLUZIONE Nel futuro di Santa Gilla, la laguna delle troppe emergenze (l'ultima riguarda quella per l'inquinamento che ha bloccato la raccolta di arselle e vongole), un piano di gestione dell'equilibrio idrosalino troppe volte alterato. «Con il nuovo impianto di depurazione di Macchiareddu capace di assicurare dieci milioni di metri cubi - dice Mattana - saremo in grado di garantire, in caso di necessità, una consistente quantità di acque dolci». Il rubinetto sarà invece chiuso quando saranno le analisi biochimiche a suggerire lo stop all'immissione.
Andrea Piras