SANT'ELIA.
Al Lazzaretto la manifestazione antiproibizionista per promuovere il referendum In piazza il popolo della cannabis Uso terapeutico ma non solo. E c'è pure chi spiega come si coltiva
«La cannabis mi serve per uscire di casa. Mi permette di camminare, mi fa passare i dolori e la rigidità delle gambe, mi serve da antiemetico contro i vomiti e migliora la qualità del sonno: la cannabis migliora la mia via».
Francesca Valguernera racconta la sua esperienza per dimostrare che la cannabis non è solo lo sballo dell'immaginario popolare. «Ho la diagnosi di sclerosi sistemica, lupus e fibromialgia e faccio uso di cannabis perché ho difficoltà ad avere una terapia continuativa e una prescrizione per cannabis terapeutica - spiega - ho la prescrizione della terapia antalgica dell'Oncologico ma con la legge attuale è impossibile garantire la continuità delle terapie».
CAMPAGNA REFERENDARIA Dal piazzale del Lazzaretto è partita ieri la campagna referendaria per spingere la Regione a chiedere il via libera allo Stato per la coltivazione della cannabis a fini terapeutici ma anche la legalizzazione «per qualsiasi fine». Altri due quesiti referendari riguardano l'attivazione dei punti franchi previsti dallo Statuto e il trasferimento di competenze della rete stradale alla Regione, ma è il mondo della cannabis che ha attirato decine di curiosi al gazebo del Radical Cannabis Club dove si raccoglievano le firme. «Lo scopo è quello di arrivare a diecimila per ogni referendum in poco più di tre mesi e cambiare l'atteggiamento repressivo dello Stato nei confronti della cannabis», ha spiegato il consigliere regionale Articolo1-Sdp Paolo Zedda. «Il mondo ha scoperto che questa pianta, demonizzata per un secolo, ha tantissime virtù - ha spiegato Zedda che con Gavino Sale aveva presentato una mozione sulla legalizzazione bocciata un anno fa dal Consiglio regionale - si può usare contro il dolore e per malattie gravi e ci sono grandi spazi di crescita per il mercato anche con lo scopo ricreativo che vanno dal turismo, alla produzione di gadget, all'agroalimentare, ai tessuti all'edilizia».
IL BUSINESS LEGALE A Cagliari ci sono già una decina di negozi che vendono erba leggera e legale e diversi prodotti realizzati con la cannabis, ma il boom è solo all'inizio. In tanti ieri si sono avvicinati agli esperti per avere informazioni perché stanno progettando di aprire altri punti vendita, di puntare direttamente sulla coltivazione o entrambi gli aspetti. «Negli Stati Uniti è il mercato che cresce maggiormente - ha confermato Paolo Zedda - i risultati in Colorado, Oregon e California vanno oltre le più rosee aspettative degli economisti». Tutti interessati e pronti a buttarsi in questo mercato che si prospetta florido, ma tutti rigorosamente schivi a rilasciare dichiarazioni pubbliche alla stampa.
IL CORSO DI COLTIVAZIONE Ieri pomeriggio a Sant'Elia c'era anche Luca Marola, il fondatore di EasyJoint, che ha fatto esplodere in Italia la vendita di erba leggera e legale. Non soddisfatto di questa operazione sta cercando di alzare l'asticella e ha tenuto una lezione pubblica su come coltivare in casa la marijuana, quella vera e illegale. «Il corso inizia, ma non si sa se finirà», è stato l'esordio della sua inusuale lezione di giardinaggio, «in Italia la coltivazione della cannabis è illegale, che sia una o cento piante. Se lo fate, per lo Stato italiano siete dei criminali, per lo Stato del Colorado degli ottimi imprenditori e per noi, radicali e antiproibizionisti, siete dei piccoli eroi perché evitate che i vostri consumi vadano a foraggiare le mafie». Pensiero condiviso da Valerio Cimei della Sardinia Cannabis Store, che dopo 30 anni nell'Arma dei carabinieri ha deciso di buttarsi sul mercato della cannabis legale come Enrico Marongiu della Sardinia Weed. Ai partecipanti i due produttori hanno fatto un omaggio che è stato molto apprezzato: un vasetto con un piantina di cannabis legale.
Marcello Zasso