Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anfiteatro, il cantiere infinito

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2018

Chiuso da 7 anni il monumento è ancora off limits. L'assessora: «Il progetto è pronto»

 

 

Tolta la legnaia ora si farà il restauro ma i tempi sono incerti 

 

 

Chiuso da sette anni per i lavori di restauro, l'Anfiteatro romano resta una ferita nel cuore della città, forse la più dolorosa spina nel fianco dell'amministrazione Zedda. Perché si parla di un sito unico in Sardegna che dovrebbe attirare turisti da ogni dove e invece è sempre deserto, anche se da quasi un anno è stato (si fa per dire) parzialmente riaperto.
Pagando un biglietto dal costo dimezzato - 3 euro - i visitatori possono percorrere per alcune decine di metri la passerella parallela a viale Sant'Ignazio e osservare il monumento dall'alto, godendo di una visuale appena più decente rispetto a quella esterna. E sarà così ancora per chissà quanto tempo. I lavori di restauro delle gradinate rovinate dall'umidità e dalle muffe createsi sotto la copertura in legno rimossa nella prima fase dell'intervento, non è infatti ancora iniziato. E al momento nessuno è in grado di dire quando si concluderà.
GLI ASSESSORI «La legnaia è stata finalmente demolita - spiega l'assessore Paolo Frau - ma già si sapeva che sarebbe stato necessario un successivo intervento di recupero perché quella copertura non faceva mai asciugare l'umidità e così si è innescato un processo di sfarinamento del calcare. Di certo questa seconda fase non si poteva iniziare prima che si appurasse il grado di diradamento del monumento».
TEMPI INCERTI L'assessora ai lavori pubblici Luisa Anna Marras entra nel dettaglio: «L'appalto complessivo è sempre quello iniziale da un milione di euro. In questo tipo di interventi si va avanti per stralci e adesso, ultimata la prima fase, è stato necessario redigere il progetto di restauro condiviso con la Soprintendenza che ha già autorizzato i lavori per la rimozione delle erbacce. I tempi? Al momento non siamo in grado di dare certezze». Anche Frau non azzarda una data di consegna, però non accetta che si parli d'incompiuta: «Dopo aver finanziato la costruzione della legnaia coi fondi del Giubileo, lo Stato ci ha lasciato soli e dello smantellamento e del recupero si è fatto carico in toto il Comune. Nell'attesa abbiamo comunque reso parzialmente visitabile il monumento, abbiamo eliminato la vecchia biglietteria che era diventata un luogo di degrado ridando dignità alla piazza, sistemando anche il verde nel costone e iniziando la ripiantumazione della macchia mediterranea. Inoltre stiamo portando avanti il progetto per creare un varco tra l'anfiteatro e l'Orto botanico che in futuro saranno visitabili pagando un unico biglietto».
IL FUTURO Quanto al futuro dell'arena la linea della giunta Zedda è nota. «Si potrà usare anche per gli spettacoli ma con una visione diversa rispetto al passato, più rispettosa del monumento», spiega la Marras. «Quelli come me che hanno un po' di anni ricordano ancora la Carmen di Peter Brook con l'anfiteatro che faceva da quinta - aggiunge Frau -. Sarà dunque un ritorno al passato, la pianura consente di attrezzare una tribuna per mini concerti e spettacoli facendo così un uso più sobrio e più rispettoso del monumento».
L'OPPOSIZIONE Durissimo il capogruppo di Forza Italia Stefano Schirru: «È l'ennesima promessa non mantenuta - dice -, i cittadini erano convinti che i lavori fossero quasi finiti e invece scoprono che il restauro vero e proprio deve ancora iniziare. La giunta ha un'altra volta dimostrato la propria incapacità di programmazione perdendo un fiore all'occhiello della concertistica internazionale che garantiva un indotto di 5 milioni all'anno. Di certo ci possiamo scordare Bob Dylan, Sting e artisti di quel livello, visto che con una platea di 500 posti non si riuscirebbero a coprire neanche i costi minimi».
Massimo Ledda