Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rispunta il Betile, ma Floris non ci sta

Fonte: L'Unione Sarda
13 luglio 2009

Comune. Il sindaco rassicura tutti: «È solo una bozza, il Consiglio comunale farà la scelta giusta»

Il progetto è nel Piano strategico, malumori all'interno del centrodestra

Nel capitolo del Piano riservato ai progetti-guida e agli ambiti progettuali, il museo che Soru avrebbe voluto realizzare sul lungomare di Sant'Elia è citato in due diversi capitoli.
I due passaggi chiave sono contenuti nel terzo volume (Progetti-guida ed ambiti progettuali) del Piano strategico comunale: a pagina 51 vi si recita, testualmente, «... per quanto riguarda Sant'Elia, sono previsti numerosi interventi, dalla realizzazione del nuovo porticciolo a quella del museo d'arte nuragica e contemporanea Betile....», mentre a pagina 82 si entra nello specifico: «Il sistema del distretto culturale ben si integra con le iniziative della Regione e delle sue politiche di sviluppo». Con un riferimento specifico al museo Betile e alla Fabbrica della creatività, da realizzare nell'ex Manifattura Tabacchi.
IL CASO Progetti che sembravano essere caduti nel dimenticatoio con l'uscita di scena della Giunta Soru ma che rispuntano in quello che dovrebbe essere lo strumento di programmazione principe del Comune. Il documento è stato redatto dall'Ufficio di Piano e fatto proprio dalla Giunta comunale lo scorso 15 gennaio, quando l'esecutivo decise «di approvare e fare propria la visione strategica e l'approccio ai temi dello sviluppo territoriale, economico e sociale contenuti nella proposta». A stupire, per primi molti esponenti della maggioranza, sono soprattutto i riferimenti ai progetti del Betile e della Fabbrica della creatività, che sembravano ormai molti e sepolti. L'ultima volta che il sindaco Floris si era opposto al mega-monumento che Soru aveva sognato di realizzare sul lungomare di Sant'Elia (progetto di Zaha Hadid, previsione di spesa di circa 95 milioni di euro, per uno stabile alto 36 metri e lungo circa 350) era il 4 giugno, all'indomani di un vertice in Regione con il nuovo assessore all'Urbanistica Gabriele Asunis.
IL SINDACO Ora rischia di rientrare dalla finestra quello che era già uscito dalla porta? «Il documento finale di Piano, che martedì verrà esposto al Consiglio comunale, che dovrà poi discuterlo, emendarlo e approvarlo è solo una bozza di partenza - chiarisce il sindaco Emilio Floris - nel senso che l'amministrazione nella prima fase ha preferito coinvolgere le forze economiche, sociali e culturali della città, chiedendo loro di esprimere una visione strategica di medio-lungo periodo, linee di sviluppo condivise e ambiti progettuali prioritari che ne consentano l'immediata attuazione. Ma questo non significa che Giunta e maggioranza ne condividano tutti i contenuti. Per questo dico che eventuali dubbi dovranno essere dissipati nel corso del dibattito. Posso solo anticipare che non ho cambiato idea: il progetto del Betile per me non è né prioritario né strategico, e a quanto mi risulta non sono nemmeno più disponibili i fondi con i quali si sarebbe dovuta finanziare la sua realizzazione».
LA MAGGIORANZA Un chiarimento che, per ora, non è sufficiente a tacitare i malumori che si respirano all'interno della maggioranza di centrodestra: «Il Piano strategico ci appare come un compendio di pareri raccolti in giro per la città - attacca il capogruppo di An Alessandro Serra - e, come tutti i documenti (politici e non), è certamente criticabile. Non possiamo accettare che venga definita strategica una riqualificazione di Sant'Elia che poggia su basi cervellotiche, come quella del mega-monumento chiamato proditoriamente Betile. Quel progetto non può far parte di un Piano che siamo chiamati a condividere». Il capogruppo di Forza Italia Ugo Storelli precisa che non dovrebbero esserci problemi: «Ci atterremo, in linea di massima, all'Accordo di programma del 2008, che prevedeva di dare al museo Betile una scadenza non prioritaria - dice - credo che dovremo lavorare in maniera coordinata, senza fughe in avanti o strappi. Se siamo tutti d'accordo le parti che non vengono ritenute strategiche verranno eliminate. Ciò non toglie che ora la maggioranza deve iniziare a prendersi le responsabilità e sostenere senza mezzi termini l'azione del sindaco». Per il capogruppo dei Riformatori Giorgio Angius «l'inserimento del progetto del Betile all'interno del Piano strategico rappresenta forse un refuso, un errore materiale - sostiene - siamo certi che il Consiglio troverà il modo di eliminarlo senza dedicare nemmeno troppo tempo alla discussione». Non si pronuncia il capogruppo dell'Udc Efisio Pireddu: «Non ne abbiamo ancora discusso - taglia corto - ma certo che la riqualificazione del rione, lo stadio e il porticciolo sono le cose che ci interessano prioritariamente per Sant'Elia».
IL FUTURO Per il resto il Piano cerca di individuare i settori nei quali una città di media grandezza come Cagliari deve migliorare per diventare una vera capitale del Mediterraneo: si parte da storiche criticità (residenzialità, mobilità, trend demografici, dinamiche economico-produttive, mercato del lavoro e capitale umano) per arrivare a proporre un pacchetto di interventi in grado di assicurare, nel tempo, un vero salto di qualità. Gli assi strategici sono quelli della governance e della qualità del territorio, della conoscenza, innovazione e sviluppo, dell'identità, cultura, ambiente e turismo, del capitale sociale e creativo e di quello legato a coesione e sicurezza.
GLI AMBITI Quelli individuati per guidare la crescita sono riassunti in sei progetti-guida, ai quali sono stati assegnati i nomi di Grande Cagliari, Mare Nostrum, Città della conoscenza e dell'innovazione, Città dei parchi naturali e storici, Città dello sport, del benessere e dell'intrattenimento, Città creativa, inclusiva e tollerante.
GRANDE CAGLIARI Gli strumenti che fanno parte di questo piano sono legati soprattutto agli assetti di governance e alla mobilità, che si prefigura come integrata e alternativa rispetto all'attuale. In sostanza si immagina una nuova organizzazione degli organi di governo dell'Area vasta (magari con l'istituzione della città metropolitana), che porti «a un capoluogo policentrico, che contrasti la dispersione insediativa». Nello stesso ambito si immagina di intervenire per garantire spostamenti efficienti ("veloci e lenti") da qualsiasi punto dell'hinterland, «costruendo un nuovo senso di appartenenza e cittadinanza». All'interno di questo progetto-guida un'importanza altamente strategica viene assegnata alla realizzazione della metropolitana integrata.
MARE NOSTRUM In questo caso si punta su grandi infrastrutture: il porto canale, la grande piazza sul mare che si ipotizza di realizzare sotto via Roma, il distretto nautico e lo sviluppo più in generale legato alla portualità. A questo proposito si pensa di costruire una nuova immagine della città, facendola diventare un luogo ideale per vivere e lavorare, una meta internazionale ambita e ricercata da visitatori e turisti. Il transhipment (merci da smistare al porto canale), il polo crocieristico e la filiera della pesca sono al centro del progetto di sviluppo.
CITTÀ DELLA CONOSCENZA Contemporaneamente si pensa ad alimentare lo sviluppo economico, puntando sulla società con più istruzione e formazione, innovazione, partecipazione e sussidiarietà. In quest'ottica gli investimenti previsti nei settori dell'università, della capacità di attrazione di capitali esterni e del turismo internazionale, fieristico e congressuale.
PARCHI, STORIA E CULTURA Il sogno è quello, tra dieci anni, di poter presentare la candidatura di Cagliari a capitale europea della Cultura. Un riconoscimento per le eccellenze ambientali dell'Area vasta, delle risorse culturali e immateriali, e dei quartieri storici della città.
SPORT E INTRATTENIMENTO L'obiettivo di crescita è legato alla valorizzazione dell'ambiente naturale, che deve diventare luogo ideale per la pratica sportiva, per l'intrattenimento e per lo svago. In quest'ottica si parla anche della riqualificazione dello stadio Sant'Elia e del suo affidamento a un soggetto privato.
CITTÀ CREATIVA E TOLLERANTE L'ultimo obiettivo indicato dal Piano mira a creare ambienti urbani e strutture dove fin da bambini si possa esprimere liberamente la propria fantasia e imparare, giocando, spirito di iniziativa e creatività. Il tutto per creare condizioni ideali per la realizzazione di un tessuto sociale inclusivo ed esclusivo.
ANTHONY MURONI

11/07/2009