Rassegna Stampa

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Chiuso da mesi il Museo della Civiltà contadina: quali appetiti su Villa Muscas? (Romano Satolli)

Fonte: web Ad Maiora Media
9 maggio 2018

Chiuso da mesi il Museo della Civiltà contadina: quali appetiti su Villa Muscas? (Romano Satolli)

Villa Muscas, ovvero l’ultracentenaria sede della scuola Agraria di Cagliari, successivamente alla costruzione dei nuovi locali nell’azienda agraria di Elmas, è stata trasformata, grazie all’intraprendenza del professor Vittorio Porcelli – ultimo preside della sede di città –  nel Museo della Civiltà contadina.

Nel corso degli anni sono stati ristrutturati i locali del vecchio oleificio, organizzata un’enoteca per l’esposizione delle etichette di diverse cantine sarde, anche quelle storiche. Annualmente, nel mese di novembre, si effettuava la mostra dei vini novelli della Sardegna con degustazioni, oltre a mostre degli oli e dei formaggi sardi. La partecipazione dei consumatori è stata sempre numerosa. Da diversi mesi, purtroppo, il Museo è inaccessibile dall’ingresso principale di via Sant’Alenixedda per lavori in corso. Abbiamo ricevuto molte proteste di cittadini che hanno voluto segnalarci l’impossibilità di far visitare il Museo ad amici venuti da fuori Sardegna per turismo. Da informazioni avute, sembra che l’impresa che ha vinto la gara d’appalto per la sostituzione ed il rifacimento del tetto in eternit, non essendo stata pagata dal Comune di Cagliari, abbia sospeso i lavori.

 

Ma la notizia più preoccupante è che il Comune di Cagliari, che aveva assegnato all’associazione Villa Muscas la conduzione del Museo, con l’impiego di tre persone come sorveglianti dei beni del museo, manutenzione dei locali e  guide ai visitatori, non intenda più rinnovare la concessione per motivi inspiegabili. Il Comune, a parole e con comunicati di circostanza, proclama di valorizzare sempre più Cagliari come città turistica, ma nei fatti dimostra il contrario. Le agenzie turistiche vorrebbero inserire negli itinerari turistici non solo le spiagge e le vie dello shopping, ma anche questo Museo per descrivere le radici di un territorio dove l’economia agricola, oltre a quella pastorale, hanno valorizzato il lavoro della terra, oltre al commercio.

Pertanto, chiediamo al Comune di Cagliari di essere trasparente e di lasciare in vita il Museo della Civiltà contadina – dopo che nei terreni della vecchia azienda agricola sono nati il Teatro civico, il Parco della musica, il Conservatorio e vari parcheggi – che, oltre ad inglobare nei locali un vecchio pozzo di epoca romana, conserva gli strumenti che hanno rappresentato l’evoluzione dell’agricoltura. Un sito dove molti visitatori possano rendersi conto di come i sacrifici e la fatica degli agricoltori hanno consentito ai cittadini del basso Campidano di nutrirsi e riprodursi. Chiediamo se e chi vorrebbe appropriarsi dei pochi fabbricati rimasti, soprattutto quelli destinati a creare una biblioteca specifica per l’editoria agricola.