Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Saldi, un patto fra clienti e negozianti

Fonte: L'Unione Sarda
7 luglio 2009

Consumatori. Cinque regole base per recuperare la fiducia e un indirizzo e-mail per segnalare tutto ciò che non va

Domani il via agli sconti con “Shopping sotto le stelle”

Da domani, con “Shopping sotto le stelle”, via ai saldi che dureranno fino all'8 settembre. Il patto fra consumatori e commercianti.
Parola d'ordine: fiducia. Tra i commercianti e i clienti che da domani passeranno al setaccio i negozi alla ricerca dell'affare c'è un rapporto da recuperare o, quanto meno, consolidare. E quindi, se si vuole che l'amicizia sia lunga, occorrono “saldi chiari”: si chiama proprio così l'iniziativa, prima nel suo genere, che vede uniti Confcommercio e tre associazioni di tutela dei consumatori: Adiconsum, Federconsumatori e Adoc.
MANIFESTO Un manifesto da esporre nei negozi, cinque regole base da rispettare, un indirizzo di posta elettronica (“saldichiari.cagliari @gmail.com”) per reclami e segnalazioni di anomalie, l'impegno a monitorare costantemente l'andamento dei saldi per evitare contenziosi che spesso finiscono in conciliazione in Camera di commercio: questi i frutti dell'accordo illustrato ieri mattina alla stampa. Il manifesto, ha spiegato il direttore di Confcommercio, Giuseppe Scura, sarà distribuito a tutti gli iscritti dell'associazione in tempo per l'avvio dei saldi estivi, fissato per domani, in concomitanza con l'iniziativa di Shopping sotto le stelle: una corsa che fino all'8 settembre, secondo le stime dell'associazione, porterà circa 118 mila famiglie del Cagliaritano a spendere una media di 192 euro ciascuna.
PERCENTUALI In grande evidenza, sul manifesto, le cinque regole base. Eccole. Primo, indicazione del prezzo: «Il commerciante ha l'obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, il prezzo scontato e il ribasso effettuato». La chiarezza sull'entità della riduzione reale, hanno sottolineato Simone Girau dell'Adiconsum, Giuliano Frau dell'Adoc e Andrea Pusceddu di Federconsumatori, non è stata sempre garantita, in passato. A destare sospetti nelle associazioni dei consumatori sono le promesse di riduzioni che a volte raggiungono il 70 per cento: niente di strano, ha sottolineato la presidente di Federmoda (l'associazione che riunisce in seno alla Confcommercio i negozianti del settore abbigliamento) Claudia Cannas, «semplicemente ogni commerciante deve valutare la consistenza del proprio magazzino e la vendibilità futura dei singoli prodotti».
CAMBIO MERCE Secondo, cambio della merce: «La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato, qualora non fosse difettoso, è lasciata alla discrezionalità del commerciante». Chi compra, spesso, è convinto (sbagliando) di poter restituire il prodotto e riavere indietro i soldi se dovesse cambiare idea.
DANNI Terzo, prodotti danneggiati o non conformi: «C'è l'obbligo per il negoziante della riparazione o sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto».
PROVA FACOLTATIVA Quarto, prova dei capi: «Non c'è l'obbligo di far provare i capi che si intendono acquistare; ciò è rimesso alla discrezionalità del negoziante». Tuttavia, ha ricordato la Cannas, «ormai quella di far misurare il capo è un'abitudine radicata, e a non rispettarla si rischia di perdere il cliente».
LE CARTE VALGONO Quinto, pagamenti: «Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione».
MARCO NOCE

07/07/2009