Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Contaminazioni e cultura, anima di Monumenti aperti

Fonte: L'Unione Sarda
12 aprile 2018

Evento Tra i luoghi da scoprire dal 21 aprile nell'Isola la redazione de L'Unione Sarda

 

 

L a famiglia di Monumenti aperti è cresciuta. Per l'edizione numero 22 saranno 62 i comuni sardi nei quali 18 mila volontari indicheranno la via alla scoperta di oltre 800 luoghi di storia e cultura. Non solo. Perché la manifestazione nata a Cagliari nel 1997 ha ormai varcato i confini regionali: ad aprire le danze questo fine settimana sarà la cittadina di Bitonto, mentre a chiuderla in autunno saranno Ferrara e Copparo. Nell'Isola il calendario di appuntamenti va dal 21 aprile al 3 giugno e coinvolgerà sette new entry: Cossoine, Pabillonis, Sant'Anna Arresi, Seneghe, Terralba, Torralba e Tramatza. A celebrare il successo di Monumenti aperti anche il fatto che la manifestazione è stata inserita dalla Comunità europea tra gli eventi dell'Anno europeo del patrimonio, tema che ha anche ispirato gli organizzatori nella scelta dei nuovi siti da svelare al pubblico.
A CAGLIARI L'elenco completo dei monumenti verrà illustrato con incontri dedicati in ogni comune, ma tutti seguono il filo dello slogan scelto per questa edizione: “Cultura, patrimonio comune”. A Cagliari per la prima volta si apriranno le porte della redazione de L'Unione Sarda, la caserma Ederle e il comando militare dell'esercito, la cavità del colle di San Michele e l'Archivio diocesano. All'ingresso di questi e degli altri monumenti nell'Isola saranno presenti 12 mila studenti nei panni di ciceroni pronti a illustrare storie e segreti alle centinaia di migliaia di persone attese dagli organizzatori.
A sottolineare il ruolo fondamentale della scuola nel progetto made in Sardinia è stato Fabrizio Frongia, presidente di Imago Mundi onlus che organizza l'iniziativa. «La stretta collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado è testimonianza di una crescita culturale che ci ha permesso di avviare anche nuovi percorsi. Lo scorso novembre ci siamo confrontati con organizzazioni che si occupano di manifestazioni simili in Inghilterra, Toscana e Sicilia per capire come migliorare ancora. E poi siamo sempre più vicini a Fai, Anci e Touring allo scopo di raggiungere nuovi protocolli che ci consentano di crescere». Accanto al patron della manifestazione, Barbara Argiolas - assessora regionale al Turismo - e Giuseppe Dessena - assessore regionale alla Cultura. È stato proprio quest'ultimo a sottolineare la grande importanza e l'enorme risposta che la Sardegna ha saputo dare negli anni alle proposte di Monumenti aperti. «Gli ultimi dati ci dicono che la fruizione dei beni culturali da parte dei sardi è superiore alla media nazionale del 4,3 per cento. È un elemento importante che ci aiuta a capire che stiamo andando nella direzione giusta anche grazie agli investimenti importanti che la Regione sta facendo per sostenere - per esempio - gli scavi archeologici». A Barbara Argiolas il compito di individuare nell'iniziativa una fonte di attrazione per i turisti. «Nell'ottica di una nuova stagionalità, Monumenti aperti è un modello da seguire e non può che essere inserito nell'agenda della Regione perché è un'iniziativa nella quale i nostri comuni mettono in gioco la loro capacità di ospitare. Non dimentichiamo che questo è anche l'Anno del cibo e che Monumenti aperti si intreccerà con il progetto Gusta la città».
I POSTER Durante la conferenza stampa che si è svolta ieri nella biblioteca regionale di viale Trieste a Cagliari sono state presentate anche le foto simbolo di questa edizione. La prima è quella di Elisa, volontaria dal 2007, immortalata nel Chiostro di San Domenico per prestare il volto al calendario 2018. Sembra lei la testimonial perfetta dei valori indicati da Simona Campus, professoressa di Museologia e componente del comitato scientifico che ha selezionato i siti: «Guardando al nostro patrimonio culturale non possiamo trascurare il concetto di “contaminazione”. Solo grazie all'incontro dei popoli e delle loro diversità si è arrivati a questo. Solo dando valore alle differenze si può guardare al futuro e capire l'unicità della nostra identità».
Mariella Careddu