Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le ceneri in mare o nei laghi

Fonte: L'Unione Sarda
11 aprile 2018

Il regolamento

 

Regole laiche da un parte, raccomandazioni cattoliche dall'altra. Perché mentre il Vaticano - con apposito documento (Ad resurgendum cum Christo) - vieta la conservazione delle ceneri in casa e la dispersione nell'aria, in terra o in acqua, oltre alla conversione dei resti della cremazione in ricordi commemorativi, pezzi di gioielleria e altri oggetti, Stato, Regione e Comuni lasciano ben più ampie libertà. È la legge 130 del 2001, ripresa da quella regionale (la 4 del 2012), a dettare le linee generali.
Bandita dai centri abitati e dai luoghi chiusi, la dispersione delle ceneri è consentita - oltre agli appositi spazi cimiteriali - anche in aree private e in natura. Nel mare e nei laghi, purché si rispetti una distanza minima di duecento metri dalla costa e si tratti di aree libere da natanti e manufatti.
Condizione imprescindibile è l'autorizzazione rilasciata dall'ufficiale di stato civile. Una base valida in tutto il territorio regionale, ma con alcune parziali rivisitazioni, messe nero su bianco nei diversi regolamenti comunali o in specifiche ordinanze. Iglesias porta la distanza minima dalla costa a mille metri, Oristano impone un limite temporale, permettendo la dispersione in mare esclusivamente dal 31 ottobre al 31 maggio. Fatta eccezione per l'area protetta del Sinis e dell'isola di Mal di Ventre, dove la pratica è vietata. Anche Villasimius detta regole proprie: via libera alla dispersione nell'area marina di Capo Carbonara a oltre 300 metri dalla costa, ma non nei tratti soggetti a campionamenti. È inoltre sospesa dal primo giugno al 30 settembre. (sa. ma)