Raccolta fondi al via ma c'è chi storce il naso: «Le statue lasciamole ai morti» Cinque scultori per Riva Un comitato per la scelta del monumento al campione
Un gigante di bronzo o marmo con il volto e il sinistro di Rombo di tuono. Della statua di Gigi Riva per adesso esistono solo i prototipi tra i quali il comitato si prepara a scegliere quello che entro tre anni diventerà una replica del campione. «Sarà alta quasi sei metri», si gonfia il petto Pietro Porcella che porta avanti l'iniziativa già lanciata nel 2015 dagli allora consiglieri comunali Ferdinando Secchi e Giovanni Dore. I due super tifosi presentarono una mozione in Aula per dedicare un monumento all'eroe dello scudetto rossoblù. Da allora qualche passo in avanti è stato fatto, tanto che il comitato ha aperto un conto corrente per la raccolta fondi che si annuncia imponente visto i preventivi depositati finora sono compresi tra i 60mila e i 200mila euro. Se le donazioni dovessero superare il costo dell'opera verrebbero destinate a un progetto solidale da organizzare proprio nella scuola calcio “Gigi Riva”.
LE MOTIVAZIONI «Perché una statua dedicata a Gigi Riva? Perché tutti i veri campioni ne hanno una da vivi. Pensiamo a Pelè, Messi, Maradona», racconta Oliviero Salvago, componente del comitato fin dalla prima ora e amico di Riva. «Vorrei stemperare un po' la tensione degli ultimi tempi - auspica Giovanni Dore - perché qualcuno su facebook ha alzato i toni. Si tratta del desiderio di celebrare un uomo che ha avuto un ruolo importante nella storia contemporanea della città». La pagina social dedicata all'iniziativa ha superato i 600 iscritti. «Abbiamo impiegato un po' a convincerlo ma alla fine Riva ha posto due condizioni: che fosse un'iniziativa popolare slegata dalla politica e dagli sponsor e che la statua venga posizionata in un luogo aperto a tutti», continua Porcella.
Antonello Madeddu e Dionisio Mascia, storici giornalisti degli anni d'oro rossoblù, della statua farebbero a meno. «Io per Gigi Riva, per quello che ci ha regalato, per le emozioni che ci ha fatto provare ne farei non dieci, non venti, ma cento di statue. Secondo me però lui non gradisce perché quando era giovane diceva sempre “Le statue, i monumenti e i premi solo quando sarò morto”», racconta Mascia.
FUORI DAL CORO «Dei monumenti ai vivi faccio tranquillamente a meno e credo sia lo stesso per il mio amico Gigi Riva. Se vogliamo celebrarlo ci sono molto modi più appropriati, magari portandolo nelle scuole, tra i ragazzi, esaltando l'aspetto umano per testimoniare la coerenza e il rigore morale di cui ha dato prova. Una statua la riserverei a un uomo che è stato grandissimo ma che non è più tra noi» conclude Madeddu.
Mariella Careddu