Rassegna Stampa

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Cagliari, nasce il primo orto condiviso per i residenti del quartiere Fonsarda

Fonte: web sardiniapost.it
3 marzo 2018

Cagliari, nasce il primo orto condiviso per i residenti del quartiere Fonsarda

Un terreno da mille metri quadri trasformato in un frutteto solidale che potrà essere curato e utilizzato dai residenti del quartiere Fonsarda a Cagliari. Non solo potranno cogliere liberamente limoni, arance, clementine o pompelmi e Kumquat (il piccolo agrume di origine asiatica), ma gli abitanti della zona, se lo vorranno, potranno piantare tra gli alberi filari di ortaggi per un piccolo orto sotto casa. Il sindaco Massimo Zedda e l’assessore al verde Pubblico Paolo Frau hanno inaugurato oggi un giardino solidale tra le vie Biasi e Salvator Rosa: uno spazio regalato alla città come quello, molto più ampio, che sta nascendo a Sant’Elia. L’utilizzo è consentito a tutti con due sole regole, non esagerare nella raccolta, per poter lasciare spazio a tutti, e non rovinare le piante. Per il resto niente steccati né recinzioni, ma filari di ulivi per delimitare il terreno e addirittura una fonte per poter innaffiare gli orti che sorgeranno.

“Con questo giardino abbiamo anche voluto ricordare che questa strada è dedicata a un grande protagonista della cultura e dell’arte sarda, Giuseppe Biasi – ha detto Frau – e abbiamo cercato di ricordarlo in qualche modo con questo lavoro. Ringrazio il sindaco perché se noi riusciamo a realizzare questi interventi che stanno rendendo Cagliari sempre più ricca di verde – ha aggiunto – è perché c’è un sindaco che ha questa prospettiva e ci crede”. “Investiamo risorse pubbliche anche perché abbiamo vinto una serie di bandi a livello europeo nella realizzazione di parchi verdi – ha spiegato Zedda – In altri casi, quando possiamo, scegliamo gli interventi puntuali e cerchiamo di intervenire nei tanti quartieri che non hanno una riqualificazione del verde così diffusa come altre zone della città. In alcuni casi ci sono tante persone o associazioni che chiedono la possibilità di avere spazi da poter gestire autonomamente: c’è quindi indubbiamente in queste riqualificazioni – ha concluso – un’attenzione da parte di coloro che stanno attorno a questi spazi e che sono i primi guardiani dei luoghi”.