Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Omaggio a Giovanni Nonnis: la grande mostra a Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2018

Omaggio a Giovanni Nonnis: la grande mostra a Cagliari 

U n cavallino nero su fondo rosso. È un piccolo pezzo, bellissimo, a introdurre al Palazzo di Città di Cagliari (piazza Palazzo in Castello) l'antologica “Giovanni Nonnis. La matrice e il segno”. La mostra curata da Paola Mura, direttrice dei Musei Civici, che sarà godibile dal pubblico da domani (apertura alle 18) al 13 maggio, rende onore a un artista di grande talento mettendone in luce aspetti diversi e sconosciuti.
L'ESPOSIZIONE Autore, nei tardi anni Cinquanta di un “Ritratto di bambina” tenero e classico come di un “Arlecchino” festoso e introspettivo. E straordinario pittore di “Crocifissioni”, tempere su fondo oro in cui la luminosità attenua il dramma delle scene sacre disegnate con segno sottile, ricco di particolari, attento anche alla vegetazione e alla folla raccolta attorno al Calvario. Il fulcro dell'esposizione, sono le matrici in polistirolo, del tutto inedite, che servivano a incidere masonite e tele. Opere perfette esse stesse, bassorilievi intinti di colore, sculture in materiale povero. Sono state culla della serie nuragica , ossia di tutti quei guerrieri, e guerriere, che richiamano i graffiti rupestri, le sagome precolombiane e l'arte che Nonnis considerava insuperabile, quella dei costruttori delle strutture megalitiche sparse per la Sardegna. A collegare due sale del Palazzo di Città, un bronzetto autentico, il “Guerriero a quattro occhi e a quattro teste” prestato dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
L'ARTISTA Giovanni Nonnis ha avuto vita breve. Nato a Nuoro, nel quartiere di San Pietro nel 1929, morì in un incidente stradale a quarantasei anni. Occhi verdi, capelli neri, uomo irrequieto e attraente, visse a Milano, a Napoli, a Ferrara, a Parigi, a Madrid. Il suo primo maestro fu Francesco Congiu Pes, ammirava e apprezzava Giuseppe Biasi e Pietro Antonio Manca. «Dipingere mi costa sacrificio», dichiarò una volta a Mario Ciusa Romagna. Ma era anche felicità e necessità, per il barbaricino che a sedici anni si arruolò nella marina militare e passava le estati a Dorgali e a Cala Luna. Al Palazzo di Città, in un ottimo allestimento che osa anche pannelli colorati che rimandano alle molte cromie dei lavori, sono visibili, sino al 13 maggio, circa ottanta opere. Messe a disposizione dalla famiglia e dalla Collezione Civica cittadina, sono corredate dal video girato da Giovanni Columbu con la collaborazione di Cecilia Nonnis e un filmato con un'intervista di Giorgio Marturana a Giorgio Pellegrini, curatore nel 1994 di una retrospettiva alla Galleria Comunale. Nel sotterraneo, una “Crocefissione” di grande formato (proveniente dalla Collezione Marini) è accostata a una “Sindone” di Maria Lai e al “Crucifix” in legno di Pinuccio Sciola: tre presenze emozionanti, nel silenzio di una zona dedicata al Sacro. A Giovanni Nonnis, Placido Cherchi ha dedicato una monografia intitolata “Pittura e mito”. Testo fondamentale per una personalità che ha sofferto per qualche tempo di «scarsa eco». Accusato di decorativismo per aver privilegiato la figura, non abbastanza stimato dai critici.
LA FIGLIA CECILIA «Ma lui - precisa la figlia maggiore Cecilia che ha molto contribuito alla riuscita dell'iniziativa - era molto affermato. Vendeva in continuazione, era una firma ricercata e produceva senza sosta. I suoi quadri si trovano in tantissime case». In realtà, ad osservare, per esempio, i “Vasi di fiori” sistemati al quarto piano del Palazzo, si ha come una visione di stampo morandiano ma molto molto più vivace e vitale. Come sono vitali e dinamici “Is Cabaddos”, altro soggetto frequentato spesso, destrieri selvatici dalle zampe sottilissime e i musi allungati. Non cercava il verismo, Giovanni Nonnis. E ai suoi nuragici dava sovente un'impronta fumettistica, nonostante le griglie geometriche che includevano, talvolta i volti dei tre figli. Gli scudi tondi tondi, le armi come antenne, le posizioni frontali: Picasso, Basquiat.