COMUNE. Il Partito sardo d'azione espelle i tre consiglieri rimasti con la giunta
Approvata la mozione. L'opposizione non ha votato
A meno di cambi di rotta e ammissioni “contronatura” CasaPound e altri movimenti che non si dichiarino antifascisti non avranno più a disposizione spazi pubblici comunali. Con 23 voti a favore (nessun astenuto o contrario) ieri è passata la mozione presentata da 15 consiglieri comunali della maggioranza (Pd, Progressisti, Rossomori, Autonomisti con Lussu e Partito dei Sardi). Intenso, e a tratti acceso, il dibattito che ha coinvolto i consiglieri comunali.
I VALORI DELLA COSTITUZIONE Davide Carta, primo firmatario, ha spiegato che «questa mozione prende spunto in un momento in cui assistiamo a discriminazioni e odio. Stiamo perdendo di vista i valori fondanti della Costituzione. È doveroso che ribadiamo l'antifascismo con azioni culturali nelle scuole e nelle associazioni. Dobbiamo investire in cultura, favorendo i valori di libertà, tolleranza e uguaglianza». Carta e gli altri firmatari chiedono che «per l'assegnazione di spazi pubblici, ad esclusione delle attività economiche, sia necessaria una dichiarazione esplicita di riconoscimento nei valori antifascisti».
L'opposizione orienta la discussione su un concetto: è anacronistico parlare di fascismo e antifascismo quando la gente chiede ben altro. «È una mozione inutile, non la voterò, i cagliaritani si aspettano altro», tuona secca Loredana Lai. Marco Benucci ricorda la sentenza del Tar che in una vicenda analoga dà ragione al Comune di Brescia. Piergiorgio Massidda: «Se CasaPound avesse avuto gli spazi (Exmà) , di certo non avrebbe avuto questa visibilità». Pierluigi Mannino: «Non si deve fare la gara a chi è più antifascista. Continuate, a torto, a dire di essere i portatori dei valori democratici. Questa mozione non ha senso, non la voterò mai».
LA DIFFIDA L'aspettavano e puntuale è arrivata. Su carta intestata del Partito sardo d'Azione i consiglieri comunali Monia Matta, Francesco Stara e Aurelio Lai sono stati diffidati dal presidente del Psd'Az Christian Solinas. I tre, oramai ex sardisti, hanno preso le distanze da Gianni Chessa cacciato dalla Giunta dopo l'accordo tra il Psd'Az e la Lega per le prossime elezioni politiche e continuano a sostenere il sindaco Zedda con il nuovo gruppo “Autonomisti con Lussu”. Matta, Stara e Lai «sono stati espulsi». Non solo la linea politica, il presidente Solinas diffida i tre ribelli dall'utilizzo del riferimento “con Lussu”, riservandosi in difetto ogni miglior tutela delle proprie ragioni». Secca la replica: «Non si può parlare di espulsione perché il 25 gennaio abbiamo costituito il gruppo Autonomisti per Lussu», afferma la presidente Monia Matta. Solinas vieta l'uso del nome di Lussu. «La scelta di Lussu non nasce per caso, racchiude un pensiero politico, sociale e di rinnovamento». Siete traditori? Abbiamo sposato le proposte di Zedda prendendo impegni con gli elettori, che rispetteremo». Come vi comporterete? «Ne parleremo dopo il 4 marzo».
Andrea Artizzu