Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dopo l'ispezione via libera al Comune per la chiusura Via Tigellio, la voragine è forse un pozzo rom

Fonte: L'Unione Sarda
7 febbraio 2018

Dopo l'ispezione via libera al Comune per la chiusura Via Tigellio, la voragine
è forse un pozzo romano

Il sopralluogo è terminato da qualche minuto, archeologi, speleologi e tecnici del Comune si guardano perplessi. «Chissà come ha resistito per tutto questo tempo», dicono. Quel pozzo venuto alla luce in via Tigellio dopo che è sprofondato l'asfalto è un mistero. «Quanto è profondo? Molto, davvero molto. E chissà che non prosegua ancora più giù». Tanti i dubbi, tante le domande su quella voragine, larga un paio di metri ma molto profonda, che si è aperta a pochi passi dai resti della villa di Tigellio.
L'unica cosa che appare sufficientemente certa è il fatto che il pozzo sia un manufatto, probabilmente romano. Ed è altrettanto certo che quella voragine non è destinata a ingrandirsi: il resto delle sede stradale e i palazzi intorno poggiano sulla roccia. Nel corso dell'ispezione effettuata ieri mattina, spelelogi e archelogici sono entrati nel pozzo per visionare e scattare una serie di fotografie.
Al termine gli esperti si sono messi in contatto con l'assessora competente, Luisa Anna Marras, per informarla dell'esito del sopralluogo. Il pozzo, hanno spiegato, è stato opportunamente catalogato. A questo punto, il Comune potrà provvedere a rimettere in sicurezza l'intera area.
In particolare, gli uffici sono stati incaricati di predisporre un progetto per riaprire completamente l'area: la voragine sarà chiusa da un solettone, una sorta di copertura in cemento armato posizionata nei due lati in cui la roccia è stabile. In questo modo, potrà anche essere riasfaltata la strada che tornerà dunque a essere fruibile ad automobilisti e residenti.
Ma si tratta, pur sempre, di un rinvenimento che può avere un interesse archeologico: per questa ragione verrà sistemato anche un chiusino che consentirà eventuali ispezioni future. Difficile ipotizzare i tempi dell'intervento: in una situazione normale tra progetto e lavori veri e propri sarebbero sufficienti pochi giorni. Ma, in questo caso, anche la Sovrintendenza ai beni archeologici deve dare il suo benestare all'esecuzione dell'intervento.
Mar. Co.