Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via Gallinara, atto dovuto la concessione edilizia

Fonte: L'Unione Sarda
6 febbraio 2018

TRIBUNALE.

Il pm chiede l'archiviazione dell'indagine sulla palazzina

Via Gallinara, atto dovuto la concessione edilizia

Rilasciando la concessione edilizia che, di fatto, ha reso lecita la costruzione della palazzina di sei piani in via Gallinara 20 dopo una battaglia legale decennale, lo scorso 13 ottobre la responsabile pro tempore del servizio “Edilizia privata” del Comune avrebbe compiuto un «atto dovuto». La dirigente Manuela Atzeni aveva dato seguito a una sentenza immediatamente esecutiva della magistratura amministrativa. Se non lo avesse fatto, sarebbe stata lei forse a passare guai giudiziari. Quindi, in quel via libera edificatorio non sono ravvisabili violazioni penali, come invece ipotizzato da alcuni proprietari delle abitazioni vicine ai nuovi appartamenti.
«ARCHIVIATE» È la conclusione cui è giunto il pubblico ministero Giangiacomo Pilia, il quale ha già chiesto al giudice delle indagini preliminari l'archiviazione del procedimento per abuso d'ufficio aperto alla fine del 2017 dopo l'arrivo di un esposto dei residenti del quartiere. Secondo il sostituto procuratore, che ha ripercorso tutta la vicenda (costellata di denunce, ricorsi, sequestri del cantiere, inchieste e pronunciamenti del Tar), Atzeni avrebbe anche ricevuto un'istanza per ottemperare alla decisione con la quale il Tribunale amministrativo aveva annullato una precedente ordinanza di demolizione e riattivato il procedimento di rilascio della concessione. Pende il ricorso al Consiglio di Stato ma, nel frattempo, la società costruttrice doveva ottenere la licenza.
LO STAGNO I problemi sono sempre stati legati alla posizione della palazzina, a ridosso dello stagno di Molentargius, e all'eventuale obbligo di avere, in casi simili, l'autorizzazione paesaggistica. La mancanza del documento era stata all'origine della decisione con cui, nel 2012, il Consiglio di Stato aveva annullato la concessione edilizia rilasciata nel 2007 (sentenza confermata nel 2013 dalla Cassazione), però l'estate scorsa il Tar aveva riportato tutto al punto d'origine: essendo stata presentata nel 2017 un'«istanza di autorizzazione paesaggistica», aveva spiegato il collegio, valutandola ci si doveva basare «tenendo conto della normativa» attuale. Municipio e Regione a quel punto avevano ritenuto non necessario il benestare paesistico e inesistenti anche eventuali vincoli archeologici o ambientali. Così la società aveva avuto il via libera.
I TRE GIORNI La licenza è stata rilasciata da Atzeni il 13 ottobre, l'ultimo dei tre giorni nei quali era stata responsabile del Servizio edilizia. Coincidenza temporale che aveva fatto storcere il naso ai residenti e insospettire la Procura. Ma è risultato tutto regolare. Anzi: «Dovuto». Anche perché nessuno ha chiesto la sospensiva della sentenza del Tar.
Andrea Manunza