Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le vecchie mura sotto la Scala di ferro

Fonte: L'Unione Sarda
29 giugno 2009

L'edificio è stato riportato agli antichi splendori per accogliere gli uffici della Prefettura

Presto visitabili le tombe romane emerse durante il restauro

La Scala di ferro rinasce. Oggi ospita la Prefettura e presto una parte diventerà museo.
Da fortezza ad albergo. E oggi Prefettura. Da alcuni mesi l'ex Scala di ferro, l'edificio che sorge sotto il bastione tra viale Regina Margherita e via Torino, ospita 120 dei 140 dipendenti della Prefettura. Solo nei giorni scorsi, però, il nuovo palazzo, ristrutturato dopo anni di abbandono e lunghe vicissitudini, è stato aperto alle istituzioni cittadine. Rappresentanti delle forze dell'ordine, amministratori pubblici, dirigenti degli enti statali hanno così potuto apprezzare il ritorno agli antichi splendori di uno degli edifici storici della città. L'ex Scala di ferro non sarà solo destinata a ospitare uffici pubblici, ma presto verrà aperta anche ai visitatori e in particolare agli appassionati di storia e archeologia. Durante i lavori di restauro, infatti, sono venuti alla luce reperti archeologici e una parte delle antiche mura della città, comprese alcune postazioni militari dove venivano sistemati i cannoni che avevano il compito di difendere Cagliari e il porto.
IL RESTAURO Da circa un anno la Prefettura ha avviato il tresferimento nella Scala di ferro degli uffici ospitati prima in via Logudoro. «L'edificio è stato ristrutturato proprio per accogliere i dipendenti della Prefettura, divisi tra questo edificio e il Palazzo Regio, in Castello, dove restano i servizi che si occupano delle emergenze», spiega il prefetto Salvatore Gullotta. La maggior parte degli uffici amministrativi aperti al pubblico (multe, stranieri e polizia amministrativa, solo per citarne alcuni) trovano spazio proprio nel palazzo di via Torino. «La sede è stata dotata di tutto ciò che è necessario per il nostro lavoro, comprese alcune sale riunioni e aule informatizzate per la formazione del personale», aggiunge il viceprefetto vicario Bruno Corda. I lavori di restauro, dunque, durati quattro anni, sono stati effettuati tenendo conto della destinazione che il palazzo avrebbe dovuto avere. «La ditta Mambrini, proprietaria dell'edificio, ha siglato con il Comune un accordo per il restauro, costato circa 15 milioni di euro e seguito passo passo dalla Soprintendenza», racconta ancora Corda.
LE SCOPERTE Proprio durante i lavori sono tornati alla luce numerosi reperti archeologici e in particolare le vecchie mura della Torre, conosciuta anche come Bastione dei morti in quanto utilizzato come luogo di sepoltura. Dagli scavi effettuati dalla Soprintendenza archeologica sono emersi alcuni sarcofagi che risalgono al periodo imperiale del dominio di Roma. E le antiche mura fanno da cornice ai bellissimi reperti archeologici che ora saranno inseriti in un percorso museale in via di allestimento da parte sempre della Soprintendenza. Insomma, sotto gli uffici della Prefettura, ci sarà un piccolo museo, al quale si accederà da via Porcile e metterà insieme la Cagliari più antica con le fortificazioni di Castello.
LA STORIA Come ricordato durante la cerimonia (la settimana scorsa) di presentazione alla città dell'edificio ristrutturato (oltre all'ingegner Paolo Falqui, che ha curato il restauro, erano presenti anche il direttore editoriale de L'Unione Sarda Gianni Filippini, l'archeologa Donatella Mureddu e lo studioso di Cagliari Antonello Angioni), la Scala di ferro è passata attraverso varie vicissitudini. Edificata a metà dell'Ottocento sui resti delle mura e della Torre, nota anche con il nome di Bastione di Nostra Signora di Monserrato, il proprietario di allora, il biellese Antonio Cerruti, lo stesso che poco più giù aveva costruito un teatro, vi realizzò nel 1869 prima uno stabilimento balneare e poi anche termale. I “Bagni Cerruti” davano su viale Umberto (oggi viale Regina Margherita). Qualche anno più tardi, nel 1877, una parte della costruzione venne destinata ad albergo di lusso e prese il nome di Scala di ferro da una scaletta a chiocciola che portava al piano superiore (da cui ancora oggi si può ammirare il Golfo degli Angeli). Da qui passò anche lo scrittore inglese David Herbert Lawrence (autore di Mare e Sardegna): «La Scala di ferro, di fronte alla quale c'era anche la prima tipografia de L'Unione Sarda, è legata, fra l'altro, al coinvolgente racconto della sosta che lo scrittore vi fece nel 1921 con la moglie Frieda», ha ricordato Filippini durante la cerimonia di presentazione del nuovo edificio. L'attività alberghiera si concluse nel 1964, dopo che tre anni prima il palazzo era stato acquistato dalla Jolly Hotels.
Successivamente, il vecchio albergo, ormai abbandonato, divenne di proprietà del Banco di Sardegna, che decise di cederlo. Gli attuali proprietari, i titolari della società Mambrini Costruzioni, scelsero poi di ristrutturare l'edificio, cedendolo in affitto alla Prefettura. Un percorso non privo di ostacoli che oggi ha restituito antico splendore a un angolo di Cagliari.
GIUSEPPE DEIANA

28/06/2009