Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un insetto ferma il Comune

Fonte: L'Unione Sarda
18 gennaio 2018

CASTELLO. Bisogna conoscere il nome del parassita che ha divorato le travi in legno

 

Torre dell'Elefante infestata: «Un'indagine prima dei lavori» 

 

 

 

Il nemico delle torri di Castello non ha ancora un nome e fino a quando l'esperto romano incaricato dal Comune di dargliene uno non avrà consegnato la relazione, i lavori non potranno iniziare. Per ora tutto quel che si sa è che si tratta di un insetto ghiotto di legno che ha scavato nelle travi delle torri dell'Elefante e di San Pancrazio gallerie infinite che ne hanno compromesso la stabilità costringendo l'amministrazione a chiuderle.
SILENZIO ASSENSO I due monumenti appartengono al demanio ma dai primi anni Novanta - in virtù di una convenzione della durata di 12 mesi mai rinnovata in via ufficiale - vengono gestiti dal Comune che ne ha affidato la cura ad associazioni e cooperative e consentito visite guidate dietro il pagamento di un biglietto. La convenzione si è dunque rinnovata tacitamente ma la mancanza di un documento scritto ha lasciato un vuoto nell'assegnazione delle competenze sulla manutenzione che avrebbe potuto evitare l'invasione dell'insetto ancora sconosciuto. Sul tavolo della Soprintendenza però sarebbe già pronta una bozza del nuovo accordo che servirà a chiarire le responsabilità di ciascun ente in merito alla gestione e alla manutenzione dei beni. «Il Comune si è occupato finora di piccoli lavori, cose ordinarie come i parapetti da mettere in sicurezza. Nessuna manutenzione straordinaria» spiega l'ingegnere dell'ufficio tecnico Daniele Olla che da settimane lavora a stretto contatto con la Soprintendenza per individuare un piano di recupero adeguato. Il Comune aveva già stanziato 300mila euro per ristrutturare i locali utilizzati come ufficio informazioni e biglietteria nella Torre dell'Elefante che ora verranno dirottati al recupero della struttura lignea. «Per fortuna questi fondi erano già pronti e disponibili. Gli uffici aspetteranno, ora è più urgente mettere in sicurezza la torre e la viabilità sottostante». Il problema è comune alle due colonne che dominano il quartiere storico. «Anche la Torre di San Pancrazio è stata chiusa all'inizio del 2017 per lo stesso problema e nel dicembre scorso abbiamo bandito l'appalto da 300mila euro per il suo recupero. Ovviamente parziale. Noi concorriamo alla spesa affinché i beni in città funzionino ma sono di proprietà dello Stato» continua Olla.
Sul progetto della Torre dell'Elefante (a San Pancrazio i lavori non sono ancora stati appaltati) c'è una doppia vigilanza. Da una parte quella attuata dalla Procura della Repubblica che ha aperto un'inchiesta (per ora senza ipotesi di reato né indagati) in merito alla procedura usata nel cantiere: il ponteggio è stato agganciato praticando dei grossi fori che ne hanno intaccato la struttura. Dall'altra parte a sorvegliare è la Soprintendenza ai Beni culturali guidata da Fausto Martino che sta lavorando attivamente al progetto. «È necessario attendere la relazione dell'esperto che dovrà dire quale sia l'insetto che ha infestato la torre e quale sia il grado di compromissione delle travi per capire se sarà necessario sostituirle interamente e decidere quale tipo di ponteggio utilizzare».
RISCHIO INVASIONE Dare un nome all'insetto non è affatto secondario. «Prima di avviare qualunque manovra sarà necessario eseguire una disinfestazione accurata per evitare che durante i lavori gli insetti sciamino e vadano dappertutto nel centro storico» spiega Martino. Impossibile fare previsioni su tempi e costi. «Reperire il materiale necessario alla sostituzione della struttura lignea nella Torre dell'Elefante non sarà facile, si tratta di travi molto lunghe che in Sardegna potrebbero non essere disponibili».
Mariella Careddu