Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I vitalizi, privilegi intoccabili

Fonte: L'Unione Sarda
11 gennaio 2018

Ganau: «C'è una proposta di legge per rivederli». Ma è ferma in commissione da anni

I vitalizi, privilegi intoccabili Sono 310 le pensioni pagate agli ex consiglieri e ai loro eredi L'unica misura adottata è stata quella di bloccare l'adeguamento all'inflazione, nessun ritocchino al rialzo per gli assegni degli ex onorevoli, dunque, ma per il resto nulla è cambiato. I vitalizi pagati dal Consiglio regionale della Sardegna sono vivi, vegeti e intoccabili, a dispetto di tante promesse e proposte di legge fatte negli ultimi tre anni.
IL BILANCIO La spinosa questione - esplosa alla fine della scorsa legislatura quando grazie a un'inchiesta dell'Unione Sarda tra le altre cose saltò fuori che in base a regolamenti consiliari l'ex presidente dell'Assemblea Claudia Lombardo, in “pensione”, iniziava a percepire oltre 5000 euro netti al mese a 41 anni - è riemersa martedì scorso in Aula durante l'approvazione della Finanziaria e del Bilancio interno dell'organo legislativo. I vitalizi pesano sulle casse pubbliche dell'Isola per 17,7 milioni l'anno, circa 1 milione e mezzo di euro al mese, ne paghiamo 310 (ai consiglieri non più in carica o ai loro eredi) mentre, per dire, le indennità attuali costano 8 milioni, ci trasciniamo un passato infinitamente più gravoso del presente. «È una spesa storica, che ormai non è neppure più finanziata in parte dai versamenti», spiega il segretario generale del Palazzo di via Roma Marcello Tack. «Per le previsioni dei prossimi anni, la somma sarà più o meno la stessa, è un calcolo a spanne, considerando chi ne avrà diritto e chi non ci sarà più».
IL PRESIDENTE GANAU Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau riassume: «La Regione, come è noto, ha abolito i vitalizi, e i consiglieri regionali eletti per la prima volta in questa legislatura, una volta terminato l'incarico non percepiranno alcun vitalizio. Esiste una proposta di legge a disposizione del Consiglio che è la sintesi elaborata sulla base di un documento approvato dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome che stabilisce misure minime sul diritto all'assegno vitalizio. Siamo in attesa di norme nazionali che indirizzino gli atti del legislatore regionale su una materia complessa, come dimostrano i numerosi contenziosi in atto, si tratta infatti di intervenire su diritti acquisiti individuali. La normativa nazionale deve costituire la base giuridica per un intervento organico legislativo di carattere strutturale». Aggiunge: «Ricordo che in questa legislatura si è provveduto con apposita delibera dell'Ufficio di Presidenza a bloccare l'incremento Istat dei vitalizi attualmente in erogazione, rinnovato pochi giorni fa e sino a giugno del 2019».
TRE ANNI FA Di questa proposta di legge citata da Ganau si è sentito parlare per la prima volta a ottobre 2014. Dunque, c'era stato lo scandalo , rimbalzato a livello nazionale, e un'indignazione collettiva popolare con la raccolta di decine di migliaia di firme per chiedere l'abolizione dei privilegi. In quei giorni i consiglieri regionali fecero a gara per ergersi a difensori degli interessi e dei sentimenti dei cittadini sardi. C'era chi preparava mozioni, chi chiedeva autorevoli pareri a luminari della materia, chi studiava usi e costumi di altri Paesi, e da questo grande fermento nacquero e furono depositate diverse proposte di legge. Quattro, cinque, con sfumature varie e un obiettivo condiviso: ristabilire un minimo di equilibrio tra i politici e i comuni mortali.
LA CONFERENZA Poi, a ottobre 2014 a Roma, alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative, a cui partecipò anche Ganau, si stabilirono una serie di misure - in sintesi: età minima 65 anni per i futuri percettori; prelievo forzato e provvisorio di tre anni con aliquote crescenti calcolate sull'età per chi già incassava - «parametri minimi e comuni a cui tutte le regioni italiane dovranno fare riferimento per una definizione omogenea di norme che definiscano il diritto all'assegno vitalizio».
Molte regioni quella riduzione temporanea poi l'hanno adottata (è appena scaduta, e gli assegni sono tornati come prima) la Sardegna no. E quelle proposte di legge presentate allora sono state ritirate (tranne una, di Anna Maria Busia del Centro democratico), d'altronde si attendeva quella unica del presidente, di cui però nel frattempo si sono tutti dimenticati. «Era una bozza, si è arenata in commissione», sottolinea Pietro Pittalis (Forza Italia), «ci sono provvedimenti che si fermano, non è il solo, è la maggioranza che determina i tempi, comunque si trattava di eliminare alcune evidenti storture e sarebbero bastati degli atti amministrativi. Risolleverò la questione nella prossima conferenza dei capigruppo».
Cristina Cossu