Rassegna Stampa

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Cattedra a rischio, protesta a Cagliari: in piazza oltre 300 insegnanti

Fonte: web sardiniapost.it
9 gennaio 2018

Cattedra a rischio, protesta a Cagliari: in piazza oltre 300 insegnanti

Il futuro per loro è diventato nero dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato: gli insegnanti di primaria e infanzia rischiano di rimanere senza ruolo e senza il posto nelle graduatorie a distanza. Oggi sciopero e manifestazione in piazza, domani a scuola: certezze sino a giugno poi, se non cambia qualcosa, si riparte dalle ultime fasce del precariato. In Sardegna una situazione che coinvolge oltre un migliaio di docenti: 300 sono da questa mattina in piazza Galilei a Cagliari davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale con striscioni, manifesti e magliette nere. Una delegazione di insegnanti sarde è invece volata a Roma per la grande manifestazione nazionale. “Chiediamo subito la riapertura delle graduatorie ad esaurimento con un provvedimento d’urgenza – spiega all’Ansa Maria Cristina Cossu, docente alle elementari di via Cimabue a Quartu – lotteremo sino alla fine”.

A Cagliari questa mattina sono arrivati insegnanti da tutta la Sardegna. Molto rumoroso e determinato il gruppo arrivato da Alghero e Sassari. “Serve subito una soluzione politica – ha detto nel comizio in piazza Gianmauro Nonnis, segretario regionale dell’Anief – e questo è il momento giusto. Non è possibile mantenere questa situazione: a scuola, in queste condizioni, sarà il caos”. Buona l’adesione allo sciopero – spiegano i Cobas con il segretario regionale Nicola Giua – soprattutto nelle scuole dell’Infanzia e alle primarie. “Ma – spiega il rappresentante della sigla sindacale – hanno aderito anche tanti docenti delle medie e delle superiori. Il problema è politico: non possiamo più tollerare che i diritti dei lavoratori vengano deciso dentro le aule di un tribunale”. Anche per i Cobas non ci sono alternative: “Basterebbe – si legge in un volantino – un semplice decreto per risolvere la situazione che, se non sanata, oltre a licenziare migliaia di insegnanti, rischia di paralizzare la scuola dell’infanzia e primaria”.