Rassegna Stampa

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Report Anci: “L’autonomia finanziaria dei Comuni sardi è la più bassa d’Italia”

Fonte: web sardiniapost.it
18 dicembre 2017

Report Anci: “L’autonomia finanziaria dei Comuni sardi è la più bassa d’Italia”

“I Comuni sardi sono, fra tutti gli enti locali italiani, quelli maggiormente dipendenti dai trasferimenti erariali con un tasso di autonomia finanziaria pari al 40,70 per cento, a fronte di una media nazionale del 74,4 e che registra picchi dell’84,40″. È questo un passaggio del report elaborato dall’Anci regionale per accompagnare il dibattito sulla manovra 2018, nella quale saranno definiti anche gli stanziamenti per gli enti locali attraverso il Fondo unico.

Gli enti locali sardi occupano l’ultima posizione di una classifica nazionale dove in cima ci sono i Comuni della Toscana che risultano essere i meno dipendenti da Roma: possono contare sull’84,90 per cento di risorse proprie. Seguono Lombardia, con l’84,40%, ed Emilia Romagna, all’83,90. Ancora: Veneto 83,70; Piemonte 82,80; Liguria 82,30; Marche 78,80; Lazio 77,80; Umbria 77,30; Abruzzo 72,80; Molise 71,40; Puglia 69,80; Campania 65,20; Trentino Alto Adige 65,10; Calabria 64,90; Sicilia 56,50; Basilicata 55,80; Valle d’Aosta 52,50; Friuli Venezia Giulia 50,10.

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I Comuni dell’Isola hanno anche una seconda caratteristica finanziaria: “Tra gli enti locali italiani – si legge nel report Anci – sono quelli che hanno il più basso tasso di autonomia tributaria“, ovvero “producono poca ricchezza tramite l’imposizione fiscale”. Stando ai dati dell’associazione regionale, “la Sardegna si attesta sul 27,5 per cento, a fronte di una media nazionale del 48,3 con picchi del 58,5″. Ciò significa che “Imu, Tasi, Tari, Tosap e addizionale Irpef sono per i Comuni sardi largamente insufficienti per l’erogazione dei servizi minimi essenziali”, chiariscono dall’Anci. Non solo: dal mix tra una bassa autonomia finanziaria e quella tributaria ridotta si genera come effetto “un’elevata necessità, da parte degli enti locali isolani, di fare ricorso ad apporti economici esterni, erogati sia dallo Stato che dalla Regione”.

L’Anci, guidata da Emiliano Deiana, ha inquadrato la doppia condizione finanziaria dei Comuni sardi in relazione agli effetti prodotti dalle politiche decise dai Governi nazionali dal 2009 a oggi e che nel corso degli anni si sono tradotte in una mancata erogazione di 31 miliardi, “tra i 15 di mancati trasferimenti e i 16 derivanti dall’inasprimento del Patto di stabilità”. Le amministrazioni dell’Isola, in questo quadro, hanno pagato il prezzo più alto. “Risultano essere quelle maggiormente colpite dalla mannaia dei tagli nazionali con un drammatico -43 per cento di trasferimenti, malgrado la loro minore capacità di reggersi da sole”, è scritto nella relazione Anci.

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Guardando l’andamento generale sui trasferimenti statali, risulta tuttavia che la riduzione delle risorse in arrivo da Roma non è direttamente proporzionale alla grandezza dell’autonomia finanziaria nemmeno nei Comuni delle altre regioni italiane. Infatti: gli enti locali della Toscana, che sono primi per capacità di reggersi con proprie risorse, hanno subìto un taglio del 16 per cento. Per contro le amministrazioni della Lombardia, terze a livello nazionale per autonomia finanziaria, sono quelle che hanno ricevuto più risorse statali e fanno registrare la più bassa flessione dei trasferimenti, pari a un -10 per cento.

Questo l’elenco completo: dietro la Lombardia, ci sono Emilia Romagna, con -12%; Umbria -14; Lazio -15; Piemonte -16; Toscana -16; Veneto -17; Liguria -17; Puglia -19; Molise -20; Marche -21; Abruzzo -23; Basilicata -23; Campania -27; Calabria -32; Sicilia -34. “Non compaiono – concludono dall’Anci – i dati di Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta perché, in virtù della specialità statutaria, hanno provveduto nel frattempo a regionalizzare la finanza locale (con la riscossione diretta) mettendo così al sicuro i loro Comuni. La Sardegna e la Sicilia, invece, hanno appena iniziato il percorso e sono le più ‘punite'”. Tanto che l’associazione ha chiesto lo scorso 24 novembre l’apertura di una ‘Vertenza entrate sulla finanza locale“.