Rassegna Stampa

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Politica e partecipazione, a Cagliari la presentazione del libro su Sozzi

Fonte: web sardiniapost.it
11 dicembre 2017

Politica e partecipazione, a Cagliari la presentazione del libro su Sozzi

Domani 11 dicembre alle 16,30 nell’aula della facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Giuridiche dell’Università di Cagliari, via Sant’Ignazio 78c, si terrà al presentazione del libro ‘La politica come partecipazione: l’esperienza di Pier Giuseppe Sozzi tra movimento e organizzazione’. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Associazione Pier Giuseppe Sozzi in collaborazione con il Centro Studi di Relazioni Industriali e la partecipazione delle Acli della Sardegna, la Fondazione Sardinia e l’Anpi.

L’iniziativa vuole ricordare il pensiero e l’azione di un giovane leader, Pier Giuseppe Sozzi, delegato nazionale di dei Gioventù aclista, nei primi anni ’70, la cui formazione all’impegno politico e sociale è avvenuta in una Firenze ricca di tensioni ed esperienze innovative, alimentate dalla stagione post-conciliare e dalla mobilitazione studentesca. Una formazione che lo porterà ad essere profondamente laico e profondamente credente, valori, questi, che tradurrà in proposta politica e di impegno ecclesiale fuori da ogni integrismo.

Alla guida dell’organizzazione giovanile delle Acli negli anni 1970-1973, Sozzi si impegnò per portare all’attenzione delle forze sindacali e politiche i temi della condizione giovanile, di cui egli darà un’interpretazione originale, leggendola non come fatto generazionale ma come contraddizione del sistema che proprio nei giovani, nelle loro specifiche condizioni di lavoro (precariato, sottosalario, disoccupazione e sotto-occupazione) ricerca le flessibilità necessaria per il suo funzionamento. Con Sozzi c’erano tanti giovani delle Acli della Sardegna, che scelsero l’impegno sociale per il riscatto degli ultimi, per la ricerca di una terza via politica e economica, un’utopia concreta che ha alimentato passioni, scelte civili e politiche dato un senso nuovo al mondo cattolico e non solo nella fine della storia del collateralismo politico. Dolores Deidda, coautrice del libro che farà da base al dibattito tra giovani di allora – con il portato delle battaglie e dei tormenti di allora e le esperienze nel tempo successivo – era la figura di punta dei giovani aclisti sardi, talmente appezzata da essere chiamata a Roma dove poi avrebbe raccolto l’eredità al vertice Nazionale di Gioventù Aclista.

Al centro della vicenda di Pier Giuseppe Sozzi, una proposta alle nuove generazioni perché si mobilitino per cambiare la propria condizione all’interno della più ampia iniziativa del Movimento Operaio, il soggetto storico che in quegli anni porta avanti una linea di profondo cambiamento degli assetti economici e sociali. Le sedi di Gioventù Aclista erano I luoghi delle interminabili assemblee “per cambiare la società con la forza delle idee nuove e la potenza rivoluzionaria del Vangelo”, delle manifestazioni per il diritto allo studio, per la casa, per il lavoro, per la democrazia. Linea guida le tre fedeltà storiche delle Acli – “alla classe lavoratrice”; “alla democrazia”; “alla Chiesa”) – vissute con coraggio e spirito di profondo cambiamento e rottura con il passato. Politicamente il segno più forte era l’incontro unitario dei movimenti giovanili, Soprattutto sui temi della scuola e dell’antifascismo. Solo con l’iniziativa e le riunioni nella sede delle Acli, allora in via Nuoro a Cagliari, si incontravano pubblicamente giovani democristiani e comunisti, repubblicani e socialisti.

A livello giovanile a Cagliari punti di riferimento diventava Dolores Deidda da una parte e Paolo Zedda (padre di Massimo, attuale Sindaco di Cagliari), Aldo Accardo, poi Carlo Salis e Oliviero Diliberto (per il Pci). Oggi appare un percorso sempre. Allora i giovani delle Acli erano pietra di scandalo per la Dc e parte della Chiesa, ma c’erano anche sacerdoti come don Vasco Paradisi e don Carlo Follesa. Il libro su Pier Giuseppe Sozzi è un’occasione diversa da tante per interrogarci ancora oggi su questioni che non si possono relegare ad un passato “glorioso”.