Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Intervento necessario»

Fonte: L'Unione Sarda
28 novembre 2017

TORRE DELL'ELEFANTE.

I tecnici difendono il ponteggio coi fori nel muro «Intervento necessario» Il preside Zoppi: più paletti per i soprintendenti

La cura dei monumenti non è semplice, così come non lo sono sempre i rapporti tra il Comune e la Soprintendenza ma secondo i tecnici forare la Torre dell'Elefante per sistemare i ponteggi non è stata una scelta azzardata.
L'INGEGNERE «Quel cantiere si trova in pieno centro, con alla base un pavimentato complesso con interferenze date dal traffico pedonale e automobilistico e l'amministrazione deve rispettare una precisa normativa sulla sicurezza», spiega Andrea Casciu, consigliere dell'Ordine degli ingegneri, «ci sono indicazioni precise per il rispetto delle norme di sicurezza di chi opera e di chi transita e per un monumento del genere la soluzione col ponteggio è quella più funzionale e sicura». Il rappresentante degli ingeneri cagliaritani sottolinea che non si tratta del primo intervento sulla Torre.
«Nei secoli ha subito importanti interventi, le strutture lignee che stanno sostituendo non sono originali ma anche il paramento murario lapideo ha avuto integrazioni: il bene è una testimonianza trecentesca, ma ci sono materiali non originali - aggiunge Casciu - se si interviene con il ponteggio bisogna ancorarlo bene ma la direzione dei lavori dovrà provvedere al ripristino dei fori». Non si tratta solo di coprire i fori ma di sfruttarli anche per il futuro, secondo un architetto esperto di monumenti.
L'ARCHITETTO «Anni fa c'era meno attenzione e magari al posto dell'acciaio è stato utilizzato ferro che arrugginisce - spiega l'architetto Francesco Urgu - si dovrebbero posizionare occhielli a vite che si possono svitare e rimontare tra vent'anni, coprendo la filettatura interna dopo aver fatto una mappatura completa che deve essere tenuta agli atti: così si interverrà sempre sullo stesso punto». Secondo Urgu, esperto nel recupero di monumenti e strutture nuragiche, l'intervento sulla Torre dell'Elefante era necessario. «L'ho visitata poco tempo fa ed era evidente che il legname si stava deteriorando. Quello originale, che resisteva alle intemperie e agli insetti, è stato sostituito con legno di conifera che tende a deteriorarsi ed era stato aggredito dalle tarme - aggiunge - utilizzando il rovere e il castagno si ha una durata maggiore».
Sollecitato dalla denuncia di Italia Nostra il soprintendente Fausto Martino è intervenuto chiedendo di fermare il cantiere sulla Torre, una mossa che ha scatenato le ire del sindaco Massimo Zedda che ha contestato il ruolo poco collaborativo del rappresentante locale del Ministero dei Beni e delle attività culturali.
IL PRESIDE «La Soprintendenza deve esprimere pareri sui progetti e controllare l'esecuzione. Interviene se lo ritiene necessario, con competenza assoluta ma senza vincoli sul tempo dei progetti o sui finanziamenti:», spiega il preside della facoltà di Ingegneria e Architettura Corrado Zoppi, «è evidente che in questa situazione di assoluta discrezionalità occorrerebbe che la Soprintendenza avesse la capacità di valutare le situazioni e concorrere all'attuazione dei progetti, ma tutto è legato al buon senso del soprintendente». Secondo il docente universitario si dovrebbe intervenire su questa mancanza di paletti: «Servirebbe un intervento legislativo per dare dei tempi certi da rispettare ai soprintendenti».
L'ESPERTO Giovanni Maria Campus ha una visione completa, da architetto e da assessore all'Urbanistica nelle Giunte di Emilio Floris dal 2004 al 2011. «In passato dalla Torre dell'Elefante si facevano i fuochi d'artificio per Sant'Efisio, ma la cascata di fumi sporcava il monumento e si smise di farli - ricorda - ora c'è maggiore attenzione ai beni culturali, ma si tratta comunque di monumenti manomessi e ritoccati nel tempo». Da architetto e da amministratore ha curato importanti restauri come il San Giovanni di Dio, la Cripta di Sant'Agostino, Villa Asquer e il duomo di Oristano. «So bene come sia importante il rispetto di un bene monumentale e della sua integrità, ma non condivido questa pudicizia nei confronti di un intervento meccanico come quello sulla Torre, non stiamo incidendo sulla Pietà di Michelangelo ma su un muro e se l'intervento era necessario bisogna ricordare che non si può fare una frittata senza rompere l'uovo».
Marcello Zasso