Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Voci Bianche che fanno grande la musica

Fonte: L'Unione Sarda
20 novembre 2017

Il primo concerto, nel '98, con Boccelli. Oggi il Coro del Conservatorio di Cagliari compie 20 anni

 

 

 

V ent'anni di voci bianche che hanno il colore di mille emozioni e storie diverse. Tutti uniti nel Coro del Conservatorio di Cagliari, che quest'anno celebra il suo importante anniversario. Ma per Enrico Di Maira, che lo dirige, è solo l'inizio: «Siamo un gruppo che cresce e ogni anno si rinnova», racconta, e ricorda il primo concerto come se fosse ieri: «Era il 1998, con Boccelli». All'inizio il Coro, fondato nel 1996 da Laura Porceddu, si riuniva soprattutto per occasioni legate all'attività del Lirico: «Ma è bastato un po' di impegno e investimento, per vederlo diventare grande», spiega la direttrice uscente del conservatorio, Elisabetta Porrà.
Sono i 40 componenti del Coro, tra la sezione da 7 a 12 anni del vivaio, e quella vera e propria del Coro delle Voci Bianche, fino ai 14. Il conto del numero degli alunni in vent'anni raggiunge cifre di tutto rispetto. «Eppure ogni ragazzo è speciale, è diverso», racconta Di Maira con un gran sorriso. «Negli ultimi vent'anni i gusti musicali dei miei alunni sono cambiati, così come il modo di cantare».
E se oggi può sembrare un'impresa difficile attrarre l'attenzione di chi è cresciuto con Fedez e Lady Gaga, Di Maira a questa insinuazione scuote la testa: «Le orecchie dei ragazzi sono pulite, la musica la creano loro stessi. Sono agili mentalmente e pronti a passare dallo studio di un brano classico a musica più recente. E poi, il nostro repertorio è vario». Per questo veterano del Coro il metodo educativo si racconta in poche parole: «Il segreto è che alla fine della prova il bambino sia felice, così avrà sempre voglia di tornare. Io poi, desideravo da sempre trasmettere la mia passione per la musica». E il lavoro non finisce con la lezione: «Diventi la loro guida, il loro capobranco. Quante volte mi cercano per consigli, anche dopo anni! Qualcuno ha iscritto i suoi figli».
In quanto a esibizioni, il coro è al livello di complessi ben più blasonati. «Il record? Direi nel 2014, con 60 concerti. Ma ogni volta fa storia a sé: quella che ci siamo esibiti alla “Notte dei Poeti”, con un repertorio tutto sugli animali. O quando abbiamo cantato “Brundibar”, un'opera eseguita per la prima volta dai bambini di un campo di concentramento. O ancora quando abbiamo rifatto “Imagine”, di John Lennon. Una canzone si sceglie anche per il suo messaggio».
Ma il lato più bello del coro è entrare in una comunità, dove nessuno è mai lasciato solo. C'è chi aveva difficoltà nella lettura, e con l'aiuto continuo dai compagni anche a trovare il segno sul foglio, è poi diventato il più entusiasta di tutti. Tanti bambini che inizialmente non riuscivano a cantare, e dopo qualche allenamento si sono trasformati in elementi di punta in ogni concerto. E tra gli alunni di un tempo c'è chi oggi da grande suona in un'orchestra. «Niente nomi, però».
Ma esistono gli stonati inguaribili? «Questa è la domanda più difficile del mondo», ride Di Maira. «Nella gran parte dei casi tutti riescono a cantare bene. Ma serve più educazione musicale, a partire dalla scuola elementare». E il conservatorio ci crede: «Le iscrizioni per il Coro sono già aperte», spiega il direttore Giorgio Sanna. C'è bisogno di più musica, per tutti.
Giovanni Lorenzo Porrà