Rassegna Stampa

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Fluorsid, nel mirino dell’Ispra anche gli stoccaggi di materie prime e rifiuti

Fonte: web sardiniapost.it
14 novembre 2017

Fluorsid, nel mirino dell’Ispra anche gli stoccaggi di materie prime e rifiuti

Un forno per l’essiccazione della fluorite in difetto di autorizzazioni e le carenze del monitoraggio delle acque di scarico sono valse alla Fluorsid la diffida del ministero dell’Ambiente e il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Ma la visita ispettiva condotta dall’Ispra presso gli stabilimenti di Macchiareddu lo scorso luglio ha fatto emergere numerosi altri problemi. “Sebbene non rappresentino violazioni degli atti autorizzativi, costituiscono in ogni caso delle “criticità ambientali”, scrive l’agenzia ambientale nella relazione dello scorso 5 settembre. Un documento di 12 pagine che elenca ben 14 criticità, alcune delle quali già evidenziate dalla Procura di Cagliari, che ha iscritto 8 persone, tra dirigenti della Fluorsid e responsabili delle ditte d’appalto, nel registro degli indagati per il reato di disastro ambientale.

In particolare, l’Ispra ha rilevato gravi carenze nello stoccaggio dei prodotti finali, delle materie prime e dei rifiuti pericolosi.

“Il fluoruro di alluminio e la criolite (prodotti finali, ndr) vengono stoccati in aree aperte e ai margini delle strade, all’interno di big bags non sigillate, sebbene debitamente ricoperte da teli di plastica, annota l’agenzia. Si tratta di una situazione non tollerabile: tant’è vero che l’Ispra impone alla Fluorsid di “procedere alla corretta gestione degli stoccaggi di questi prodotti, assicurandosi che le big bags di tali prodotti siano opportunamente sigillate e protette, entro 60 giorni”. Il fine è quello di “evitare dispersioni”, che non devono verificarsi “in nessun caso”, precisa l’Ispra, che ricorda la pericolosità della criolite, una sostanza tossica, nociva e pericolosa per la salute umana e per l’ambiente, in quanto produce tossicità acuta in caso di inalazione e tossicità cronica per l’ambiente acquatico.

Non va meglio la situazione dei depositi di stoccaggio delle materie prime (fluorite e idrato di alluminio), che non sono dotati di sistemi di ricambio dell’aria né di portoni di chiusura. Problematiche anche le operazioni di caricamento, trasporto – su nastro e gomma – e vagliatura. “A tal proposito le prescrizioni stabilite nell’autorizzazione AIA non sono risultate attivamente adempiute al fine di garantire che l’attività venga gestita in modo da limitare le emissioni di polveri”, scrivono i tecnici dell’Ispra.

Ancora, “l’area di deposito temporaneo di rifiuti pericolosi risulta coperta solo parzialmente”. Anche in questo caso , la Fluorsid avrà sei mesi di tempo per completare la copertura dell’area.

Altre criticità riguardano invece la gestione dei rifiuti: non è aggiornata dal 2013. “In essa, in particolare: non risultano indicate le modalità SISTRI (il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti). Inoltre, vengono citate attività riconducibili a deposito preliminare e messa in riserva, che il gestore ha dichiarato di non esercitare, pur essendone abilitato in AIA. Infine, la descrizione del deposito temporaneo non é aggiornata e non è rispondente a quanto verificato nel corso del sopralluogo del giorno 4 luglio 2017”, scrive l’Ispra.

Piero Loi