Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«I centri d’arte non sono supermarket»

Fonte: La Nuova Sardegna
17 giugno 2009

MERCOLEDÌ, 17 GIUGNO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Comune, cresce la protesta contro i criteri di affidamento




CAGLIARI. Il mondo culturale cagliaritano è in fermento. Il servizio specifico del Comune ha promosso una «richiesta di manifestazione di interesse per l’affidamento quinquennale» di una serie di importanti centri comunali d’arte e cultura: ExMa, Ghetto, ex Lazzaretto, Castello di San Michele, Vetreria, Palazzo di Città, Passeggiata coperta-galleria Umberto I, Sottopiano palazzo civico-Search, teatro civico di castello (e le loro pertinenze interne ed esterne). Tra le perplessità i tempi stretti: dal 6 - giorno del bando - al 19 giugno, data prorogata di 15 giorni dopo le proteste.
L’opposizione in consiglio comunale ha presentato un’interrogazione firmata da Ninni Dapau (Pd), Radhouan Ben Amara (Comunisti italiani), Francesco Ballero (Sdi) e Massimo Zedda (la Sinistra). In particolare i consiglieri denunciano il fatto «l’aggiudicazione avverrà in favore della ditta che avrà presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa» e che tutte le spese ordinarie e straordinarie (eslcuse le mura) «saranno a carico del gestore». Altra perplessita: il fatto che dopo tanti anni di «affidamenti provvisori» non si è «proceduto direttamente a un bando di gara». L’opposizione fa anche osservare che il criterio dell’economicamente vantaggioso andrebbe inserito «in un più ampio contesto tendente a valorizzare Cagliari come città d’arte e di cultura».
A riguardo Maurizio Porcelli (Forza Italia, presidente della commissione consiliare alla Cultura), precisa che «l’amministrazione non è più disposta, per problemi di bilancio, a pagare un solo euro per la gestione di questi centri, che dovranno camminare da soli come avviene per l’ex Vetreria. La cultura al primo posto, ma salvaguardando anche i conti».
Le preoccupazioni del mondo culturale cittadino, però, restano. Gian Carlo Biffi, regista e direttore del Cada die teatro precisa che «questa proposta si pone come primo criterio quello economico e non il culturale. Inoltre non si fanno delle distinzioini tra i vari centri, mentre è evidente che l’ex Lazzareto e l’ex Vetreria, ad esempio, svolgono anche un ruolo socio-culturale». Molto amareggiato pure il regista Mario Faticoni (del Crogiuolo): «Il problema è che Cagliari non ha ancora capito che la cultura è un servizio sociale. E che, quindi, ha un costo. Se non si ragiona in questo modo vince l’effimero. Ma forse non è un caso che nessuno abbia ancora prodotto una storia della cultura di questi ultimi trent’anni in città». (r.p.)