Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Si cercano imprenditori per gli immobili regionali

Fonte: L'Unione Sarda
17 ottobre 2017

L'assessore Erriu: «Vorremmo recuperare un enorme patrimonio»

Si cercano imprenditori
per gli immobili regionali Che la Regione avesse un tesoro era risaputo. Che il suo patrimonio fosse cresciuto grazie al trasferimento dei beni del demanio militare, molti lo avevano solo immaginato. Ma che il suo valore ammontasse a oltre un miliardo e 600 milioni di euro, cifra peraltro approssimata per difetto, non tutti ne erano a conoscenza. D'altronde, censimento e valutazione dei 6838 cespiti (tra terreni e fabbricati) sono stati definiti solo di recente.
REDDITO Un enorme lavoro degli uffici che oggi può consentire all'amministrazione isolana una pianificazione diversa rispetto al passato e una gamma di proposte per “mettere a reddito” questa marea di beni. Sì, perché il cruccio della Giunta guidata da Francesco Pigliaru e dai suoi assessori tecnici era assistere impotente al disfacimento di edifici, moltissimi di assoluto pregio, e all'abbandono di terre, anche fertilissime, senza poter intervenire.
IL PATRIMONIO Dall'ex Manifattura Tabacchi di viale Regina Margherita all'ex deposito militare di Monte Urpinu a Cagliari, da Forte Cappellini a Baja Sardinia (conosciuto da qualche anno come Phi Beach), vecchio presidio costiero dell'esercito dichiarato monumento nazionale pochi mesi fa, all'ex Ospedale della Marina a La Maddalena (oggetto di un imponente restauro in vista del mancato G7 del 2009), dal Club Med di cala Garibaldi a Caprera (restituita alla Regione dalla società francese nel 2014 dopo 30 anni di gestione) sino agli hotel Esit disseminati in mezza Sardegna (tra gli altri, a Tempio, Santa Teresa, Tonara, Bosa) e ormai in avanzato stato di decadimento. Sono solo alcuni siti, ma rendono comunque l'idea di ciò che avrebbero potuto essere con un'attenzione differente e, magari, uno sguardo rivolto all'interesse pubblico.
OBIETTIVI Dopo il bando per la concessione dei fari, la Regione ha deciso di puntare al bersaglio grosso. E se sfruttare i fari per fini turistici richiede investimenti a lunga scadenza e ritorni tutti da verificare, ovvero operazioni non esattamente semplici, per altri edifici situazione e prospettiva sono radicalmente diverse. È un aspetto sottolineato dall'assessore alle Finanze Cristiano Erriu: «Stiamo cercando di gettare le basi per recuperare questo immenso patrimonio della nostra Isola. Per la prima volta abbiamo istituito una commissione paritetica per il passaggio dei beni del demanio militare alla Regione. Con una delibera di indirizzo, abbiamo investito circa 40 milioni insieme ai Comuni. Ci sono già opere finanziate per i progetti mirati alla riqualificazione e alla valorizzazione di edifici e aree».
L'INIZIO Al momento è solo un primo passo. «Il turismo - aggiunge Erriu - è importante nell'economia sarda e può diventarlo ancora di più se riuscissimo a utilizzare altri spazi che non insistono nei centri balneari. A leggere i movimenti dei flussi turistici negli ultimi anni, si nota quanto la storia e la cultura della nostra terra incidano nelle scelte degli itinerari. Ecco spiegato il motivo dell'accelerazione data al censimento dei beni. Insomma, era una cosa da fare assolutamente».
Non è mai troppo tardi, dunque. E del resto bisognava cominciare da una base. “Mediante l'introduzione di nuove disposizioni regolamentari la Regione potrà fare riferimento e utilizzare gli strumenti giuridici più innovativi affinché il patrimonio immobiliare possa essere trasformato da mera voce di costo a volano per l'economia regionale”, recita il prologo della delibera del 26 maggio 2015, quella che ha di fatto avviato il processo.
LAVORO Nell'atto amministrativo si tiene in conto “la promozione dello strumento della concessione di valorizzazione relativamente ai numerosi beni immobili di particolare rilevanza culturale ed economica, anche per arrestarne il grave fenomeno di degrado e abbandono”. Nel testo si parla di riduzione della disoccupazione, di coinvolgimento dei privati e della possibilità di creare imprenditoria giovanile, anche nei centri dell'interno al fine di limitare lo spopolamento.
Vito Fiori