Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Artisti sardi e piemontesi “Verso Gramsci” al Cartec

Fonte: L'Unione Sarda
11 ottobre 2017

Mostre Domani l'inaugurazione a Cagliari del progetto della Fondazione Bartoli Felter

 

 

« M andami notizie sulla pianticella di limone: è cresciuta? Quanto è alta ormai? Volevo scrivertene, ma poi ho trascurato per non parere troppo infantile», scrive Antonio Gramsci dal carcere di Turi alla cognata Tania il 7 gennaio del 1927. Era ancora un uomo libero, nel 1916, quando in “Socialismo e cultura, il Grido del popolo” asseriva: «Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini...».
L'INAUGURAZIONE Cultura è capire che il privato è pubblico, e il pubblico privato. È unificare i due Gramsci in un unico segno: quell'impronta digitale che compare nel logo della mostra “Verso Gramsci”. L'inaugurazione domani alle 17 al Cartec, Cave-Arte-Contemporanea della Galleria Comunale di Cagliari. Sì, i Grottoni dei Giardini Pubblici, così adatti ad accogliere l'atto finale del progetto “I want you for Museum's Army-Gramsci”, che ha visto alternarsi in questo ottantesimo anno dalla morte del pensatore più tradotto al mondo i tre vincitori di un progetto davvero innovativo, voluto dall'ex direttrice della Galleria, Anna Maria Montaldo, e attuato dall'attuale direttrice Paola Mura. Dopo “Questa è la tua terra?” (Raffaella Venturi-Bruno Venturi), dopo “CampoSud” (Rete Praxis e Sardegna Teatro), ecco ora il progetto della Fondazione Bartoli-Felter, che alla Sardegna e al Piemonte fa riferimento. Due le curatrici, Alessandra Menesini e Patrizia Rossello, sei gli artisti: Marta Fontana, Marcello Nocera e Nicola Testoni per la Sardegna, Cornelia Badelita, Antonio La Grotta e Simone Martelletto per il Piemonte. Più due attori: Clara Murtas e Stefano Raccis, che in occasione dell'inaugurazione, daranno vita a una performance.
L'ALBERELLO Ma torniamo all'alberello di limone, quello di cui Gramsci voleva sapere tutto, affamato com'era di conoscenza e di condivisione. “Mandami notizie sulla pianticella di limone” è il titolo, voluto da Alessandra Menesini, per unificare l'apporto del cotè locale alla mostra: lo sguardo lirico e forte di Marta Fontana per parlare delle trappole di una conoscenza mal guidata; quello affascinante del fotografo Marcello Nocera per ripercorrere i passi di Gramsci fanciullo, in una suggestiva carrellata di foto in bianco, nero e polvere; la piccola testa di Gramsci e i dipinti a olio di Nicola Testoni per raccontare il pane e l'acqua, e lo sguardo attento del vecchio Gufo rivoluzionario oltre la grata.
I PIEMONTESI A Patrizia Rossello, organizzatrice di grande esperienza, la cura dei tre interventi piemontesi. Con le piccole pitture di Cornelia Badelita dedicate al Gramsci critico letterario, innamorato di “Casa di bambola” e di Emma Gramatica, le 33 +1 cartoline degli anni Cinquanta recuperate in tutta Italia dal fotografo Antonio La Grotta, a dirci che via Gramsci e piazza Gramsci sono presenti ovunque, e a raccontarci un paesaggio architettonico che non c'è più. Infine il sorprendente libro-video di Simone Martelletto, che vivifica il pensiero gramsciano, la questione meridionale, il suo “Odio gli indifferenti”, attraverso la voce di Antonio, del nigeriano Matthew e di Salah, rifugiato politico iraniano.
MUSEI CIVICI Un Gramsci lontano da tentazioni retoriche, quello che fino al 16 novembre (tutti i giorni 10-18) animerà le stanze del Cartec. E per nulla retorici sono stati gli interventi di presentazione: con Ercole Bartoli e le due curatrici a rappresentare il privato (inteso come intervento): e per il pubblico Paolo Frau, assessore comunale alla cultura, felice del progetto e della sua realizzazione, e il dirigente Alessandro Cossa, che ha parlato di perfetta integrazione tra stimolo e risposta. E allora onore ai Musei civici e a uno dei nostri grandi santi laici, che ha ispirato un progetto spiazzante, innovativo, partigiano, multidisciplinare, aperto al mondo, e gratuito. Per una chiamata alle armi che vuole essere condivisione, costruzione di ponti, arte in movimento, dialettica. C'è qualcosa di più intimamente gramsciano?
Maria Paola Masala