SANT'ELIA. Dibattito sull'emergenza-sbarchi nella seconda giornata della Festa Cgil
Diciassettemila stranieri vivono nella provincia di Cagliari
Insicurezza percepita , accoglienza oggettiva . Non è stato un gioco di parole quello fra il sindaco Massimo Zedda e il direttore della Caritas don Marco Lai al dibattito in occasione della seconda giornata della festa della Cgil al Lazzaretto di Sant'Elia. Il tema, volutamente allusivo («Sconfinati orizzonti in una Cagliari multietnica»), di fatto metteva a confronto due approcci e due risposte all'emergenza migranti.
I NUMERI Sono poco più di 50 mila gli stranieri residenti in Sardegna (quasi 17 mila nella sola provincia di Cagliari, 8.381 nel territorio comunale): filippini, ucraini e rumeni (a predominanza femminile), ma anche senegalesi cinesi e cingalesi. Quasi la metà dei residenti nel cagliaritano ha un'età compresa fra i 15 e i 39 anni, cinquemila i bambini che frequentano le scuole sarde (2.000 a Cagliari). Poco più di trecento (311) gli iscritti all'Università, in massima parte (250) provenienti da paesi extracomunitari.
CAGLIARI ACCOGLIENTE «Parliamo di un fenomeno che è innestato nella nostra società e che caratterizza i nostri rapporti umani e professionali», dice Nicola Cabras, responsabile regionale Cgil del Dipartimento immigrazione. «Cagliari non ha mai manifestato segnali di razzismo anche se, ogni tanto, affiorano echi di intolleranza legati, però, a situazioni particolari del tutto governabili. La strada da perseguire è unicamente quella di un armonico riequilibrio di diritti: stare alla finestra e pensare di mandarli via non porta da nessuna parte».
LE ISTITUZIONI I ripetuti sbarchi e i recenti fatti di cronaca, teatro principale il centro storico cittadino, hanno fatto innalzare il livello di guardia contro il pericolo migranti. «Cagliari è una delle poche città italiane», ha detto il sindaco Zedda, «dove la Polizia municipale garantisce un presidio lungo tutta la giornata. Quanto ai fondi destinati dai Servizi sociali ai migranti, parliamo», ha precisato il primo cittadino, «dell'1 per cento della dotazione in capo all'amministrazione. Il resto delle risorse arriva dall'Europa».
LA CHIESA «Si parla tanto di accoglienza diffusa »,ha detto nel suo intervento don Lai, direttore della Caritas, «quando in Sardegna sono appena 13 i Comuni che hanno garantito la propria disponibilità. Si registra una evidente fatica nell'accogliere e dialogare: più che di insicurezza percepita parlerei di percezione strumentale». Nel ricordare che la chiesa di Sardegna è fondata su storie e testimonianze di profughi (da Efisio e Saturnino a Fulgenzio e Agostino), don Marco ha rimarcato i progetti di inclusione sociale della Caritas: l'accoglienza in famiglia, la campagna “Condividiamo il cammino” fino al sostegno dei corridoi umanitari.
SPRAR In Sardegna sono 9 gli Sprar (Sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per un totale di 208 posti. In forte aumento la presenza di minori non accompagnati: da 54 (nel 2014) sono passati a 711 l'anno scorso accolti nelle sei strutture regionali.
Paolo Matta