Il servoscala è fuori uso da anni, gli ascensori funzionano a fasi alterne: molte lamentele
Il problema del servoscala non è una novità per gli abitanti del quartiere Castello: da circa sette anni è fuori uso e i disagi sono tanti. L'inaugurazione della primavera scorsa, attesa da tutti dopo i lavori di rsstauro, sarebbe dovuta essere l'occasione per il ripristino ma così non è stato.
Per entrare al bastione di Saint Remy senza dover fare le scale ci sono due alternative: l'ascensore di viale Regina Elena (il secondo piano ha accesso diretto alla piazza e il terzo conduce all'angolo tra la scuola elementare Santa Caterina e via del Fossario, da lì si arriva al montascale) e quello di via del Cammino Nuovo. All'uscita dell'ascensore bisogna percorrere un tratto in salita per poi attraversare via Università e arrivare alla pedana elevatrice.
Queste soluzioni attualmente sono impraticabili.
Le difficoltà riguardano gli abitanti di Castello, i dipendenti dei servizi vicini, i turisti, i genitori dei bambini della scuola elementare. I residenti più anziani sono costretti a rimanere nel quartiere: non è facile per loro fare il giro. Carlotta Spiga, una dipendente del Caffè De Candia che abita in Castello, dice: «Il disagio è generale e riguarda tutti noi, dipendenti, fornitori, residenti. L'unico ascensore che dovrebbe garantire l'accesso ai disabili è rotto e non ha mai funzionato. Il piano è bloccato e si può salire solo al terzo (di fronte alla scuola) che funziona un giorno sì e uno no. Quotidianamente riceviamo lamentele dagli accompagnatori dei disabili che devono farsi carico delle carrozzine perché non c'è alternativa».
Anche alla scuola elementare Santa Caterina é forte il malumore, sia dei genitori (chi non ha il pass per la ztl deve parcheggiare fuori dalle mura), sia degli insegnanti.
Il problema delle barriere architettoniche è particolarmente sentito da queste parti: tutti, cittadini e turisti, dovrebbero avere libero accesso al bastione di Saint Remy. Gli ascensori, anche funzionanti, non bastano: per i disabili bisogna fare qualcosa in più.
Margherita Pusceddu