Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Molentargius, indaga la Procura

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2017

Approfondimenti affidati al sostituto Lussu. Oggi riunione del centro operativo comunale

 

 

 

All'attenzione del pm le verifiche della Forestale e due esposti

 

 

 

L'incendio che da oltre due mesi viaggia sotto terra a Molentargius, territorio di Quartu, bruciando sostanze e rifiuti di varia natura gettati lì intorno per decenni, arriva al terzo piano del palazzo di giustizia di Cagliari. Da ieri la vicenda è all'attenzione del sostituto procuratore Enrico Lussu, che sta studiando il contenuto di quanto segnalato in quest'ultimo periodo da Forestale di Cagliari, associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico e comitato No diossina. Il magistrato inquirente ancora non ha formulato ipotesi di reato né ha aperto un fascicolo di indagine: prima vuole capire se, nelle carte, vi siano informazioni meritevoli di approfondimenti investigativi.
IL FASCICOLO L'incarico gli è stato affidato dalla procuratrice Maria Alessandra Pelagatti, sul cui tavolo è giunta lunedì scorso la comunicazione dei ranger contenente anche l'esposto ambientalista. Una nota nella quale i pubblici ufficiali andati a verificare la situazione fanno il sunto di quanto sta accadendo sulla base della loro esperienza e conoscenza dei problemi. La procuratrice ha ritenuto di dover far approfondire la situazione a uno dei pubblici ministeri che si occupano di reati ambientali e ha scelto Lussu. I militari, riassumendo quanto ricostruito in questo breve lasso di tempo (il rogo risale al 14 luglio, ma la segnalazione sui fumi e l'ammorbamento dell'aria che ha dato il via agli approfondimenti è di due mesi dopo), hanno spiegato del disagio e del pericolo creato dall'incendio che si è sviluppato sotto un metro di terra alimentato dai rifiuti (poi è risalito in superficie scaricando nell'aria i suoi veleni); hanno ipotizzato l'esistenza di fattispecie di reato che però devono essere valutate dall'autorità giudiziaria (violazioni paesaggistiche, disastro ambientale, inquinamento); sottolineato la necessità di eseguire analisi dell'aria (compito dell'Arpas, che ha già provveduto e continuerà a farlo) e carotaggi sul suolo per capire cosa ci sia lì sotto. Ma la priorità, chiaramente, è spegnere il rogo, obiettivo quasi raggiunto con la sistemazione di argilla e terra sull'area dell'incendio, i cui effluvi avrebbero costretto diversi residenti a ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso. Il quadro ora è al vaglio del pm, che a breve prenderà le sue decisioni e stabilirà se aprire un'inchiesta e a chi affidare le indagini.
GLI ESPOSTI Così si potrà scoprire, magari, cosa si nasconde sotto una vasta parte di un parco naturale regionale, quello di “Molentargius – Saline”, dalle parti di via Bizet e via Marconi. Una bomba ecologica che potrebbe contenere plastica, pneumatici, reti metalliche, prodotti chimici e chissà cos'altro. Materiale che, bruciando, ha diffuso nell'aria effluvi insopportabili e, in ipotesi, anche diossina. Comunque sostanze «ammorbanti e soffocanti», come sottolineato nell'esposto presentato il 20 settembre dall'avvocato Renato Chiesa per conto di Claudio Cugusi e Roberto Cherchi del comitato “No diossina”: qui si parla di una «lettiera di profondità variabile dai 70 centimetri al metro» e di «focolai» che col tempo hanno assunto «proporzioni preoccupanti, tanto da rendere l'aria irrespirabile anche negli ambienti domestici costringendo numerosi cittadini (specie quelli della zona di Santo Stefano) a rivolgersi alle cure mediche per bruciori agli occhi, nausea, tosse e malori da difficoltà respiratorie». In precedenza Stefano Deliperi per il Gruppo d'intervento giuridico aveva segnalato alla Procura «diverse richieste d'intervento» arrivate alla onlus «da parte di residenti nel quartiere Santo Stefano - Musicisti sulla presenza in questi giorni di insopportabili odori diffusi, determinati con elevata probabilità dalla combustione di sostanze non conosciute e rifiuti di varia natura nella zona umida di Molentargius, uno dei compendi naturalistici più importanti del Mediterraneo tutelato con vincoli ambientali e con specifico vincolo di conservazione integrale».
ARPAS E COMUNE Ieri l'Arpas, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, ha proseguito con la sua stazione mobile le analisi sulla qualità dell'aria ribadendo quanto già emerso il giorno prima: «I valori non segnano alcun superamento dei limiti normativi». Vanno avanti però «i campionamenti per determinare i dati di diossine e idrocarburi contenuti nelle polveri sottili». Per oggi alle 11 intanto è in programma una riunione del centro operativo comunale. Il sindaco ha convocato Assl, vigili del fuoco, Arpas, Ente parco, Forestale e Protezione civile per fare il punto sull'emergenza. Forse sabato l'emergenza sanitaria terminerà e lunedì riapriranno le scuole di via Turati, via Palestrina, via Scarlatti e via Boccherini.
Andrea Manunza