Rassegna Stampa

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Città metropolitana, il futuro della mobilità? I sei nodi di interscambio

Fonte: web sardiniapost.it
25 settembre 2017

Città metropolitana, il futuro della mobilità? I sei nodi di interscambio

Sarà un modello chiamato “Hub and spoke” (letteralmente mozzo e raggio della ruota) quello che si sta studiando per la creazione dell’unica rete di trasporto pubblico urbano e suburbano che collegherà tutti i 17 comuni del nuovo ente territoriale della Città Metropolitana di Cagliari. Questa la soluzione innovativa che potrebbe rivoluzionare la mobilità dell’hinterland del capoluogo. Un futuro non troppo lontano tracciato all’ultima tavola rotonda del convegno”Verso una nuova mobilità metropolitana”, tenutosi al Lazzaretto di Cagliari giovedì 21 settembre, organizzato dalla Città Metropolitana e dal CTM. Tra i protagonisti della giornata i principali attori del nuovo ente territoriale ed i vertici del Consorzio dei trasporti che hanno discusso del futuro degli spostamenti, oltre ad aver presentato i risultati del Progetto Elettrico ZeEus e la nuova release dell’ app Busfinder per non vedenti.

 

Saranno sei gli hub o nodi di interscambio: La Maddalena Spiaggia, Elmas, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Decimomannu e la stessa Cagliari. Da questi nodi si potrà raggiungere in modo agevole il capoluogo di regione, e viceversa, con tempistiche stimate in 20 minuti partendo dai centri più periferici. “Oggi il trasporto pubblico è caratterizzato da due direttrici – ha spiegato Roberto Murru, presidente di CTM spa – . La prima, composta da otto comuni, ha una rete urbana integrata e l’altra, composta da nove comuni, è tendenzialmente collegata attraverso lunghe tratte con un basso indice di interscambio. Questi nodi permetterebbero di ridurre in modo efficace ed efficiente le distanze e le tempistiche”. Un territorio che si estende per 1248 chilometri quadrati in cui vivono circa 432 mila persone dove “Le distanze scoraggiano l’uso del mezzo pubblico a favore di quello privato”, come ha sottolineato Marina Madeddu, sindaca di Villa San Pietro. La prima cittadina del comune del Sud Sardegna ha aggiunto: “Ci sentiamo isolati. C’è solo una strada per poter arrivare a Cagliari, la SS 195, e siamo serviti malissimo dal trasporto pubblico. Solo l’Arst, con tempi di percorrenza di un’ora, quando va bene, ci permette di raggiungere il capoluogo”. Anche il sindaco di Uta, Giacomo Puddu, è dello stesso avviso. Ha detto:”Abbiamo quattro vie per poter arrivare a Cagliari. Soltanto 18 chilometri ci separano dal capoluogo, ma per poter arrivare ci impieghiamo oltre un’ora. Circa il 20 % della nostra vita è impiegata a viaggiare”. Le comunità richiedono a gran voce un sistema di mobilità integrato che metta tutti i cittadini nelle stesse condizioni ma che sia anche da volano per lo sviluppo del territorio. Ed appunto per questo che l’obiettivo prioritario che si è voluto dare il nuovo ente territoriale: la mobilita. Non solo del nuovo sistema urbano, ma di tutta la Sardegna. In coro si è voluto sottolineare come tutti i comuni facenti capo della città metropolitana sono “di transito” verso altre località e come la Regione debba investire nella viabilità per poter sviluppare ulteriormente l’isola. Tommaso Locci, sindaco di Monserrato, ha sottolineato: “È importante che la Regione abbia il coraggio di investire portando la metropolitana direttamente a Sestu e, da lì, farla arrivare ad Elmas per chiudere un anello di mobilità”. Siamo soltanto all’inizio di un percorso che si concluderà nel 2019 quando verrà affidato il nuovo servizio ma le sfide sono ancora tante. Tra cui la definizione del bacino ottimale per il trasporto metropolitano, il ruolo dei nuovi enti di gestione del sistema del trasporto pubblico, l’integrazione tra i servizi su gomma e rotaia, l’espansione dei sistemi ITS (sistemi di trasporto intelligente) e così via. La stessa dirigente generale dell’assessorato dei trasporti della Regione, Gabriella Massidda, ha parlato dell’esistenza di un modello di gestione, di cui non ha voluto dare i dettagli. Ha aggiunto: “Si è andati oltre il modello e stiamo predisponendo un disegno di legge per la sua gestione che dovrà essere discusso dal massimo organo politico sardo”. Ha concluso dicendo che a breve verrà presentato un percorso di ascolto delle esigenze dei cittadini in materia di mobilità.


La giornata è stata anche l’occasione per rendere pubblici i dati del progetto di ricerca Zeus, cofinanziato dalla Commissione Europea e condotto insieme a nove città Europee tra cui Barcellona, Parigi, Londra, Bonn, per citare le più importanti. L’obiettivo è quello di creare un sistema di trasporto competitivo ed eco-sostenibile rispetto ai bus tradizionali. I risultati sono stati molto positivi: i veicoli a batteria si sono rivelati più affidabili dei filobus tradizionali ma sopratutto con consumi energetici nettamente migliori. Inoltre è stata presentata la nuova release dell’App Busfinder che è stata ottimizzata e resa accessibile anche per i non vedenti grazie ad un assistente virtuale ed alla possibilità di prenotazione della fermata. Una funzionalità che consente al non vedente di scegliere la fermata della linea interessata inviando una e-mail alla sala operativa che provvederà ad informare il conducente in arrivo della presenza di un non vedente in fermata. L’assistente di viaggio consentirà al passeggero di seguire il proprio percorso fino a destinazione con l’annuncio della prossima fermata. L’idea è nata in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi. Tra le attività promosse durante la giornata è stata dedicata una sessione alla mobilità condivisa. E’ stato presentato il rilancio del servizio di bike sharing Cabubi, acronimo di Cagliari in Bus e Bici, che con le sue dieci stazioni vuole rilanciare la mobilità sostenibile cittadina.