Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Beni pubblici dimenticati»

Fonte: L'Unione Sarda
7 settembre 2017

Da Buoncammino all'Arsenale. Erriu: «Non c'è alcun ritardo sui progetti»

Campo progressista va all'attacco: «Tutto fermo» Il rischio è che diventino cattedrali nel deserto, fatiscenti e onerose per i conti pubblici. Una grossa parte del patrimonio immobiliare pubblico sardo inutilizzato, sia di proprietà della Regione che dello Stato, rischia l'abbandono. Luciano Uras e Francesco Agus, senatore e consigliere regionale di Campo progressista, lanciano l'allarme e chiedono alla Giunta di «trovare un accordo con lo Stato per gestire questa criticità».
IL FUTURO Si tratta di capire quale sarà il futuro di tutte le strutture, alcune molto imponenti, come il carcere di Buoncammino a Cagliari o l'ex Arsenale della Maddalena. Il valore degli immobili di proprietà della Regione (riferito all'esercizio finanziario 2013) è di oltre 724 milioni di euro che producono un reddito pari a 1,4 milioni di euro, equivalente a un tasso di rendimento complessivo dello 0,2%. In questo conteggio rientrano anche le servitù militari che in Sardegna occupano complessivamente 35 mila ettari di territorio, ossia il 65% dell'occupazione a livello nazionale. Dopo l'accordo del 2008, che prevedeva la liberazione di molte aree da concedere alla Regione, «è ancora tutto bloccato», dice Uras.
I PROGETTI L'assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, ritiene «ingeneroso dire che siamo in ritardo». L'esponente della Giunta ricorda le diverse iniziative fatte dall'esecutivo proprio per sciogliere i nodi sul futuro degli immobili. «Abbiamo destinato risorse consistenti e avviato la vendita di molti beni, attraverso gare», spiega Erriu. Tra queste l'area di San Bartolomeo dove «un privato realizzerà dei servizi». Con il Demanio è stata avviata la collaborazione per la gestione dei fari e «abbiamo un tavolo aperto, anche con il Comune di Cagliari e la Città metropolitana, per il futuro di Buoncammino». Per quanto riguarda le servitù militari, «abbiamo istituito la commissione paritetica per i beni di interesse storico-culturale che devono essere trasferiti alla Regione».
LE COMPETENZE A tutelare la Regione nella trattativa sui beni di proprietà dello Stato c'è l'articolo 14 dello Statuto speciale. Infatti, è previsto che la Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo.
Non solo, lo Stato possiede i beni e i diritti fiscali finché permane l'utilizzo delle strutture, mentre gli immobili che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della Regione.
I CONTI Il valore degli immobili di proprietà della Regione ammonta a 724,1 milioni di euro complessivi. Fanno parte di questa somma sia quelli disponibili (317,7 milioni) che quelli inutilizzati che hanno un valore di 406,7 milioni. Il dato che stride, però, riguarda la messa a valore di questo patrimonio immobiliare che rappresenta lo 0,2% del valore complessivo. Una diseconomia per cui la Giunta ha cercato di mettere rimedio, con un progetto del 2015 in cui si ponevano le basi per la gestione e la valorizzazione dei numerosi edifici.
I COSTI Il problema, infatti, non riguarda soltanto la scarso valore di reddito di questi beni, ma anche i costi per il mantenimento. Nel progetto elaborato dalla Giunta si parla di un costo complessivo di circa 4,2 milioni di euro all'anno per spese di manuntenzione (283 mila euro), oneri condominiali (188 mila euro) e le imposte che ammontano a 3,8 milioni.
LO STATO L'altra partita riguarda gli immobili di proprietà dello Stato, molti di questi spesso inutilizzati rispetto alla loro funzione originaria se non addirittura abbandonati e in attesa di un cambio di destinazione. Tra le ex aree militari c'è anche il carcere di Buoncammino che «rischia di diventare un rudere, mentre potrebbe essere una struttura di grande attrazione, vista la sua posizione e la sua storia», spiega il senatore di Campo progressista.
L'inizio della legislatura è iniziata nel segno dell'annunciata dismissione delle servitù militari, eppure, secondo Agus, «in questi quattro anni non è stato trasferito nemmeno un metro quadrato». Oltre l'ex carcere ci sono altre strutture presenti nel capoluogo come l'ospedale militare che rischia di «fare la fine ingloriosa dell'ex ospedale Marino». Il senatore Uras ha presentato un'interrogazione al ministro delle Finanze per chiedere che «Regione e Stato decidano quali immobili recuperare e con quali risorse, anche con il concorso delle imprese».
Matteo Sau