Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I bed & breakfast non sentono la crisi

Fonte: L'Unione Sarda
10 giugno 2009

Il dossier. In città oltre cento strutture, sparse in tutto il territorio: per i turisti a disposizione 386 posti letto in 211 camere

I consorzi: «Più 15% grazie ai voli low cost e internet»

I consorzi puntano sui servizi da garantire ai turisti. «Noi non offriamo lusso ma i nostri clienti cercano il contatto umano con i gestori. E soprattutto chiedono aiuto per scoprire la città».
La crisi c'è stata ma, forse, è già passata. Anzi, quando ci si occupa di bed & breakfast si può già parlare di ripresa. «Stiamo registrando un incremento intorno al 15 per cento», afferma Rita Tidu, presidente di Domus Karalitanae, l'associazione che raggruppa oltre settanta attività (tra Cagliari e provincia). Eppure, nel corso dell'inverno, la dirigente della più importante associazione cittadina aveva tremato. «Normalmente avevamo avuto un po' di ospiti anche nella stagione fredda. Quest'anno, invece, si sono registrati davvero pochi arrivi in quel periodo».
LA SITUAZIONE Ma, appunto, è stato, fortunatamente, un falso allarme. «Il settore è in crescita. Sia dal punto di vista delle presenze che sotto il profilo delle strutture: proprio nei giorni scorsi, abbiamo concluso un corso destinato a 18 nuovi potenziali operatori». Nuovi bed & breakfast che andranno, quasi certamente, ad aggiungersi a quelli già esistenti. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal sito del Comune, le strutture in città sono 106; bed & breakfast sparsi in tutto il territorio che, in 209 camere, offrono 369 posti letto. A questi, vanno aggiunti (anche se, legalmente, si tratta di strutture differenti) gli affittacamere: due di prima categoria (per un totale di 9 camere e 18 posti letto) e 9 di secondo categoria (35 camere, 68 posti letto).
LA SCELTA Strutture che stanno registrando incrementi di anno in anno. Anche in un periodo di crisi globale. «Perché la gente non vuole, per quanto possibile, rinunciare alle vacanze. E cerca di razionalizzare i costi», interviene Andrea Caruso: lui, stando alle normative, non gestisce un bed & breakfast ma è un affittacamere. Differenza a cui l'utente non dà particolare attenzione. Anche Caruso, dal suo angolo visuale (è presidente di Domu 'e posada, l'associazione che impone ai soci standard elevati di qualità), registra un incremento. «Dovuto a tante ragioni: una grossa mano d'aiuto, non si può negare, ce l'hanno data i voli Ryanair. A certi prezzi, i turisti possono rischiare di visitare una città sconosciuta».
LA RETE Ma non è l'unica ricetta. «Per noi», aggiunge Ugo Masala, presidente dell'Associazione sarda operatori piccole strutture ricettive di qualità, «è stato determinante internet: ormai, il settanta per cento del fatturato arriva proprio dalle prenotazioni on line ». Non a caso, esistono alcuni siti di riferimento che offrono l'intero campionario dei bed & breakfast italiani. «Ma noi», puntualizza Caruso, «abbiamo preferito creare un nostro portale con un sistema di prenotazione automatica».
LA CITTÀ Ricapitolando, a favorire l'incremento la voglia di vacanze, nonostante tutto, il fatto che in città arrivano i voli low cost e internet. Ma Cagliari ha anche un'altra carta da giocare. «Nel '99, quando ho iniziato io», riprende Masala, «eravamo una decina in tutta la Regione; adesso, solo in città, ci sono un centinaio di strutture, parcellizzate in tutto il territorio. Un grosso vantaggio per una città che ha le qualità per farsi apprezzare dai suoi visitatori». Dunque, chi punta alla vacanza fatta di mare, si sistema al Poetto; chi pensa allo shopping, va nelle strade commerciali e chi, invece, cerca la movida ha a disposizione il centro storico.
LA CONCORRENZA Benefici che possono proporre le piccole strutture e non certo i grandi alberghi. «Offriamo», chiarisce Rita Tidu, «un servizio completamente differente: i nostri clienti scelgono noi pensando al prezzo ma anche alla tipologia di servizio a cui aspirano. Che so, apprezzano, al rientro a casa, una chiacchierata con i proprietari della struttura». Un concetto imprescindibile per Caruso. «Ovvio che noi non possiamo proporre le stesse cose di un albergo a cinque o a quattro stelle, non diamo il lusso di questi hotel. Ma a me capita frequentemente di restare a parlare con i miei ospiti. Vogliono informazioni sul ristorante dove mangiare o sulla spiaggia nella quale trascorrere la giornata. E io suggerisco loro i posti che normalmente frequento». Non a caso, sulla qualità dell'offerta vigila il Comune. «Noi», spiega il dirigente del servizio Cultura e spettacolo Gerolamo Solina, «diamo il marchio di qualità soltanto alle strutture che offrono un certo servizio». E, visto che siamo pur sempre in Sardegna, «chiediamo anche una caratterizzazione: nella struttura ci deve essere, attraverso l'arredamento, un forte richiamo alla sardità».
MARCELLO COCCO

10/06/2009