Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari diventerà una città green

Fonte: L'Unione Sarda
22 agosto 2017

IL DIBATTITO. Maria Sias promuove l'idea di trasformare via Roma in una piazza sul mare

 

 

 

Solo una critica: «I cittadini dovevano essere informati meglio»

 

 


“Non si sentiva alcun rumore: da un anno le auto erano state messe al bando in tutto il centro storico”. Ha, forse, una sfera di cristallo Maria Sias: un anno e mezzo fa, Maria Sias, ingegnera e ricercatrice di Architettura e Urbanistica all'Università di Cagliari, aveva pubblicato, insieme all'ex direttore de L'Unione Sarda Paolo Figus, “Ali per Cagliari”, un libro in cui immaginava la città in un futuro prossimo, nel 2020. Lei trascorre gran parte delle sue giornate in una barca ormeggiata al porto: vive, dunque, in prima persona la pedonalizzazione di via Roma. «Un'idea che mi piace», afferma sorridendo. «Ammiro il coraggio del giovane sindaco».
Non tutti sembrano apprezzare l'esperimento.
«Non so come andrà a finire. Magari non funzionerà alla perfezione. Non perché l'idea non è buona. Semplicemente è stato commesso un errore».
Quale?
«Una decisione come questa doveva essere condivisa. E, soprattutto, doveva essere spiegata ai cittadini, ai residenti del centro storico, ai pendolari. Mi stupisce che un sindaco come Zedda, abile nella comunicazione, non sia riuscito a trasmettere la sua idea di città».
Che cosa avrebbe dovuto raccontare?
«Questo esperimento rientra in una visione globale della città. In quella che definisco una rivoluzione culturale. Ci sono una serie di segnali, come un servizio pubblico davvero efficiente, che sono indicativi: si va sempre di più verso una Cagliari green, una Cagliari che cerca di ridurre sempre più la presenza delle auto nel centro storico. In quello tradizionale e in quello più recente come, per esempio, il quartiere di San Benedetto».
Via Roma senz'auto, dunque?
«Sì. Ma non basta: occorre anche collegare la piazza sul mare con il porto. Dal momento che, sull'altro lato, continueranno a passare le auto, i mezzi pubblici e, più avanti, la metropolitana, almeno inizialmente, si potrebbe pensare a due ponti in legno che consentono il passaggio dalla piazza sul mare al porto. A quel punto, il lavoro sarebbe perfetto».
Ma ci sono da fare i conti con le persone che vivono nel centro, con chi si deve spostare in auto.
«Occorre puntare sulla mobilità alternativa e sulla mobilità green: al centro ci si può spostare con altri mezzi, con auto elettriche, con veicoli simili a quelli che si usano nei campi da golf, bici a pedalata assistita, segway».
Bella idea. Ma i soldi?
«L'Europa finanzia i progetti green. Cagliari può puntare a diventare la prima città verde d'Italia. E poi si risparmierebbero i soldi destinati alle infrastrutture per le auto».
Cioè?
«Nel momento in cui sparissero le auto dal centro storico, non avrebbe più senso, per esempio, realizzare il parcheggio di via Cammino Nuovo».
Ma via Roma (e il centro storico) viene percorsa anche dai pendolari.
«Intanto si dovrà puntare sul nodo intermodale che diventerà la parte più importante della città. E poi, ricetta già sperimentata con successo in tanti altri posti, chi arriva da fuori, deve usare i parcheggi di scambio. Lascia l'auto alle porte della città, in questo caso, a La Plaia o nella zona Fiera-Sant'Elia, e gira sui mezzi pubblici».
In centro abitano anche tante persone che temono di restare “imprigionate”.
«Tra l'altro, bisogna tenere conto del fatto che, soprattutto nel centro storico, vivono tanti anziani. Occorre venire incontro alle loro esigenze».
In che modo?
«È necessario fare uno sforzo e far circolare piccoli bus navetta che attraversano il centro storico. In questo modo, si risolverebbe anche il problema degli spostamenti dei residenti».
Lei, dunque, promuove l'esperimento.
«Sì. Anche se, problemi di comunicazione a parte, ci sono da risolvere alcune criticità».
Quali?
«In questo momento chi scende dal Largo e deve andare verso il Poetto è costretto a fare un giro enorme. Se la pedonalizzazione di via Roma andrà a regime, sarà un problema da risolvere».
Marcello Cocco