Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Poetto, subito un progetto per il recupero»

Fonte: La Nuova Sardegna
8 giugno 2009

LUNEDÌ, 08 GIUGNO 2009

Pagina 20 - Nazionale

Italia Nostra, Legambiente e Wwf chiedono che venga ripristinata la vecchia sabbia


Gli ambientalisti: «Gli enti locali interessati devono intervenire in modo concertato»



«Occorre un piano che valorizzi tutto il sistema, compreso Molentargius e il colle di Sant’Elia»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Del Poetto e del ripristino della spiaggia con la sua sabbia bianca nessuno parla più», lamenta Vincenzo Tiana, responsabile regionale di Legambiente. «Giovedì scorso c’è stato un incontro tra il presidente della Regione Ugo Cappellacci e il sindaco Emilio Floris: si è parlato di tanti problemi, ma nemmeno un cenno al ripristino della sabbia, come se l’intervento devastante del 2002 non fosse mai esistito». A sette anni dal ripascimento, la ferita del lungomare cagliaritano resta aperta come una vicenda dimenticata o rimossa. E torna d’attualità solo quando se ne interessa la magistratura.
«Prima delle elezioni regionali - sottolinea Tiana - si era detto che del problema si sarebbe parlato dopo. Ma ora tutto tace, eppure esiste uno studio regionale, fatto fare dall’allora assessore all’Ambiente Tonino Dessì in cui si afferma che è possibile intervenire, pur con estrema attenzione. Ma quella ricerca sembra ormai dimenticata». Nel 2002 Legambiente, da subito, era intervenuta per denunciare l’anomalia di una sabbia scura che difficilmente avrebbe ripreso il colore bianco e la granulometria originaria. E così è stato. «Il Poetto era una spiaggia unica nel suo genere - precisa Maria Paola Morittu, responsabile regionale di Italia Nostra per i monumenti e il paesaggio - e andava trattata con un’attenzione particolare. Invece è stata rovinata. L’immagine è completamente cambiata, l’acqua ha perso il suo splendore e la sabbia è diventata più scura, di granulometria maggiore e polverosa». In queso periodo, continua Tiana, «noi di Legambiente riceviamo continue proteste per la spiaggia. Non è vero che la popolazione si è dimenticata di quello che è capitato. In molti è ancora viva l’indignazione e la volontà di cambiamento. Per questo noi chiediamo che le promesse fatte di un intervento vengano mantenute».
In consiglio comunale, a più riprese, diversi consiglieri dell’opposizione (da Andrea Scano e Marco Espa, entrambi Pd, a Massimo Zedda, La Sinistra) hanno chiesto che si predisponessero dei fondi per alcuni interventi campione o, almeno, che si intervenisse nel settore dunale per impedire che l’erosione eolica continui a portare via la sabbia.
Al di là delle promesse elettorali che, «appunto, sono tali - precisa Luca Pani, responsabile regionale del Wwf - va ricordato che ogni anno ci ritroviamo a dire le stesse cose». Sembra, insomma, che dopo la scottatura del ripascimento del 2002, tutti abbiano paura di rimettere mano sull’argomento. «Si tratta - prosegue Pinna - di un intervento indubbiamente difficile e complesso, che richiede molta attenzione, ma non per questo non possibile, come dimostrato dalla relazione degli esperti (e mi riferisco allo studio commissionato dalla Regione)».
La storia passata parla di una sabbia che è stata depredata per decenni, soprattutto nel dopoguerra con asportazione della sabbia sia dal litorale emerso che da quello sommerso (sino agli inizi degli anni Settanta) con complicità (allora) da parte di tutti gli organi dello Stato. Un fatto che ha permesso una rapina legalizzata di circa due milioni di metri cubi di sabbia. Con conseguente forte erosione. L’idea del ripascimento era nata a seguito di uno studio fatto fare dopo la rimozione dei casotti del 1986. Venne «fotografata» la situazione e si disse che occorreva intervenire per frenare il degrado prodotto dall’uomo con un ripascimento. Solo che, poi, da un progetto che prevedeva un ripascimento con sabbia di cava (e della durata di due anni) si è passati a uno da mare e con una modalità di intervento da protezione civile e tutto venne fatto in una settimana: nel marzo del 2002 vennero «sparae» sulla battigia 370mila metri cubi di sabbia, che ha cambiato il paesaggio del Poetto.
«Ora occorre un progetto di intervento articolato - sottolinea Pinna - che prenda in esame tutto il sistema ecologico dell’area: oltre al Poetto, le saline-Molentargius e colli di Sant’Elia e della Sella Del Diavolo. In questo quadro è possibile ipotizzare anche un intervento di ripristino della vecchia sabbia del Poetto, tenendo però presente che ogni venti anni circa le correnti si riprendono quanto immesso nella battigia. Ma per fare questo bisogna che gli enti interessati (dalla Regione alla Provincia, ai Comuni dell’area) si mettano attorno a un tavolo e studino modalità sperimentali di ripascimento, correggibili in corso d’opera». Intanto il Poetto, per questo aspetto, sembra diventato il figlio di un dio minore. E i nuovi nati cominciano a giocare nella spiaggia senza sapere che un tempo c’era una sabbia bianca e setosa...