Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Europee: vince l’astensionismo, crollo del 35%

Fonte: La Nuova Sardegna
8 giugno 2009

LUNEDÌ, 08 GIUGNO 2009

Pagina 5 - Fatto del giorno

di Filippo Peretti 



Ridotte al lumicino le speranze dei candidati sardi, soddisfatti Psd’Az e Sn



Nell’isola solo quattro elettori su dieci si sono recati alle urne, mentre nel 2004 furono oltre la media nazionale

CAGLIARI. In Sardegna ha vinto l’astensionismo: nell’isola è stato registrato il dato più basso in assoluto nell’affluenza alle urne con un crollo record (meno 35 per cento) rispetto alle elezioni europee del 2004. Le già scarse speranze dei candidati sardi di superare i concorrenti siciliani (dove l’affluenza è stata maggiore di 8 punti) si sono quindi ridotte al lumicino se non annullate del tutto. Soddisfatti i partiti del non voto: Psd’Az e Sardigna Natzione.
In Sardegna ha votato il 40,09 per cento degli aventi diritto, mentre la media nazionale è stata del 66,17 per cento. Ma mentre a livello nazionale il calo è stato di «appena» 7 punti, in Sardegna si è trattato di un tonfo assoluto: si pensi che nel 2004 in Sardegna aveva votato il 74,97 per cento, un punto in più della media nazionale dell’epoca.
E’ quindi evidente che il crollo dell’affluenza (caso unico in Italia in queste dimensioni) è legato alla sfiducia dei sardi nel sistema elettorale che nel collegio delle isole premia i candidati siciliani, i quali possono contare su una base elettorale molto più ampia. Al clima di sfiducia si è aggiunta la protesta di Psd’Az e Sardigna Natzione, che avevano invitato gli elettori a non recarsi alle urne proprio per far emergere la protesta dopo il mancato accoglimento della richiesta di avere un collegio riservato (con 2 seggi) alla sola Sardegna.
Il primo a commentare il dato sull’affluenza in Sardegna è stato Paolo Maninchedda. Il consigliere regionale del Psd’Az, presidente della commissione Bilancio, ha detto con evidente soddisfazione che «è la prima ribellione riuscita agli abusi politici dello Stato italiano». La protesta si riferisce alla mancata istituzione del collegio unico per la Sardegna. Inserita da sempre nella circoscrizione delle isole, la Sardegna dal 1989 non elegge un suo rappresentante a Strasburgo (Maddaloena Calia è entrata nel Parlamento europeo otto mesi fa dopo una serie di dimissioni a catena). Lo svantaggio numerico rispetto alla Sicilia (che ha un numero quattro volte superiore di elettori) ha sempre suggerito di separare le due grandi isole ma la richiesta non è mai stata accolta.
Soddisfatto per la scorsa affluenza alle urne anche Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione, il partito che aveva invitato a non votare e che aveva manifestato davanti al palazzo europeo di Bruxelles. «Questa volta - ha detto Cumpostu - i sardi si sono mossi come popolo e non come gruppo partitito clientelare, si sono mostrati più maturi dei loro politici e hanno detto chiaramente che l’elezione dei loro eurodeputati non può essere affidata alla casualità».
Dopo la chiusura dei seggi alle 22, nelle sezioni elettorali è iniziato lo spoglio delle schede. Solo questa mattina, dopo il conteggio delle preferenze, si saprà se almeno uno dei venti candidati sardi sarà riuscito a spuntarla. Ci puntavano soprattutto Maddalena Calia (Pdl), Francesca Barracciu e Bruno Dettori (Pd), Giommaria Uggias (Idv), Gianbenedetto Melis (Udc) e Luigi Cogodi (Sinistra e Libertà). Certo non sono stati favoriti dal voto dei sardi: basti considerare che in Sicilia (dove i candidati possono contare su una base molto più vasta) la percentuale dei votanti è stata del 49,73 per cento, inferiore di 11 punti rispetto a quattro anni fa. Nel 2004, pur con un’affluenza inferiore alla Sardegna, la Sicilia fece il pieno di seggi.
Per quanto riguarda la partecipazione al voto, in Sardegna la più alta è stata registrata nel Medio Campidano con il 45,16%), Oltre la media solo Cagliari (40,50) e Oristano (40,10), mentre Nuoro ha avuto il 39,34%, Sassari il 38,95%), Carbonia-Iglesias il 39,70%, l’Ogliastra il 39,83% e Olbia-Tempio il 37,29% (il dato più basso in assoluto).
La scarsa affluenza alle urne deve aver allentato la tensione in un seggio sassarese dove un’elettrice ha fatto rilevare un errore. C’erano due cartelli: «Uomini» e «Femmine». E lei: «Nel secondo dovrebbe esserci scritto Donne». La reazione: risolini, gomitate di intesa e la battuta infelice: «La prossima volta scriveremo Pollastrelle». L’elettrice ha protestato, andando via delusa.