Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Richiesta implicita di denaro? È tentata estorsione

Fonte: L'Unione Sarda
8 giugno 2009

la sentenza 



Può configurarsi il reato di tentata estorsione se qualcuno, anche attraverso una minaccia non esplicita, fa capire che possono esserci conseguenze nel caso in cui una richiesta di denaro, anche minima, non venga accolta.
Lo ha stabilito la Seconda sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n° 20072/2009) che ha esaminato il caso di un parcheggiatore abusivo che minacciava un automobilista per farsi dare qualche euro.
Gli Ermellini avevano confermato la sentenza dei giudici di merito, che avevano condannato un posteggiatore che con atteggiamento intimidatorio aveva inoltrato una richiesta «mirata a conseguire l'ingiusto profitto di € 1,50». Per la Cassazione il fatto «è stato correttamente inquadrato nel reato di tentata estorsione, e, pertanto, correttamente sono state escluse le ipotesi meno gravi di cui agli articoli 393 e 610 del codice penale».
Nonostante la sentenza abbia riguardato un parcheggiatore, «naturalmente è estensibile a tutti gli atteggiamenti di natura anche solo velatamente intimidatori o vessatori compiuti da chiunque, compresi venditori extracomunitari», chiarisce l'avvocato Marcello Lao. Dunque potrebbero essere questi ultimi, in una città dove i vigilanti abusivi agiscono solo durante la Fiera, a finire nel mirino della giustizia.
Ma come si fa a dimostrare in sede penale di essere stati oggetto di una, seppur velata, tentata estorsione nel caso non si dia una moneta al parcheggiatore o al venditore extracomunitario? «Può essere sufficiente una testimonianza attendibile», spiega Lao. È chiaro che, come in tutti i procedimenti penali, l'accusa va sempre provata.

07/06/2009