Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'amore vero nel ritratto di Ines

Fonte: L'Unione Sarda
31 luglio 2017

L'amore vero
nel ritratto di Ines Una ventina d'anni fa, il biografo dei futuristi Gino Agnese visitò la Collezione Ingrao della Galleria Comunale d'arte rimanendo incantato dal ritratto di Ines, dipinto da Umberto Boccioni prima che una caduta da cavallo lo stroncasse prematuramente, ponendo fine a una fra le più straordinarie creatività del Novecento. L'amore può essere un fatto oscuro: lontano dal romanticismo. Vicino soltanto all'ossessione. Immaginate un amore complesso, severo: composto da sentimenti aggrovigliati come i fili trasparenti di una ragnatela. Gelosia, rinuncia, possesso, dolore, rabbia: ma anche affetto, tenerezza, compassione e fiducia. Oggi, il ritratto di Ines resta esposto nella Galleria Comunale d'Arte, e continua a rappresentare per i visitatori un'inesauribile serbatoio di emozioni. Trovarselo davanti per la prima volta significa testimoniare l'universale sentimento del bello e sentirsi più vicini all'assoluto. Boccioni ritrae la donna che ama: ma non fa niente per esaltarne la bellezza. Ines appare drammatica, fiera, severa, perfino napoleonica: le labbra strette e sottili, gli occhi malinconici, le orbite scure, quasi vuote, come in un quadro di Munch. I colori sono lividi e tempestosi, racchiusi in turbini di pennellate capaci di descrivere corpo e mente con la stessa efficacia. Un corpo ordinario, quello di Ines: che non trasmette certo dolcezza. Un'anima complicata, la sua. Viola, rosso e verde malessere: questi i colori scelti da Boccioni per evocare mancanza, disciplina e rigore.
E viene da chiedersi se l'amore vero non sia proprio l'abissale esplorazione della profondità emotiva, la paura di perdersi, e l'inevitabile dipendenza l'uno dall'altra. Gli occhi di Ines, con i loro segreti, sanno raccontare molte storie: e li si potrebbe ammirare per ore senza riuscire a decifrarli del tutto. E così, quando si voltano le spalle al quadro, restano molte domande: chi sono Ines e Umberto? Quanto profondo è stato il loro amore? Perché il ritratto evoca un sentimento materno più che il trasporto dell'amore sensuale? Le risposte sono state nascoste da Boccioni nella sua tela. E sono lì, sotto gli occhi di tutti, perfettamente mimetizzate.