Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Secchio e straccio in piazza: l'iniziativa dei giovani filippini

Fonte: L'Unione Sarda
28 luglio 2017

Hanno lavato di mattina la gradinata di piazza Garibaldi dove giocano i bimbi

 

 

 

 

«Non volevamo farci pubblicità, abbiamo pulito la piazza perché ci portiamo i bambini tutti i giorni ed era sporca». Domenica mattina era presto quando dall'ultimo piano di piazza Garibaldi alcuni giovani filippini sono scesi con secchi e bastoni e hanno pulito la gradinata. «Prima veniva lavata dalle macchine, da quando l'hanno rifatta puliscono solo con le scope, ma non basta - spiegano - era tutto appiccicaticcio e abbiamo deciso di intervenire con l'acqua».
Claudia Medda, assessora con delega alle Politiche per il decoro urbano, spiega perché uno dei nuovi gioielli della città non viene curato a dovere. «Durante i lavori abbiamo dirottato il servizio di lavaggio con le macchine su altre zone, perché l'avremmo pagato comunque, ora quella parte della piazza è ancora in carico al settore Lavori pubblici e quando termineranno i lavori riprenderà il servizio di pulizia settimanale». Nel frattempo i residenti arrivati dall'arcipelago che si trova tra la Cina e l'Australia si sono rimboccati le maniche. «Un bellissimo esempio di educazione civica che non può che farci piacere - spiega l'assessora Medda - ma non si tratta di un caso isolato, anche in zone come via San Giovanni agli operatori si affiancano i cagliaritani con i secchi d'acqua».
Ma la pulizia di piazza Garibaldi non è stata una novità neanche per i filippini-cagliaritani, la più numerosa comunità straniera della città. «In via San Lucifero, in piazza San Cosimo, in piazza Sant'Eusebio, sono tanti i posti dove abbiamo organizzato anche turni quotidiani di pulizia - spiega Howell Hernandez, uno dei portavoce della comunità filippina - vivo qui dal 1993 e sono molto legato e rispettoso delle vostre abitudini, per questo facciamo un grande lavoro con i giovani».
Ma tenere sotto controllo i ragazzi non è sempre facile. «Capita che qualche ragazzo lasci la bottiglia di birra o rifiuti nella piazza o nel parco dove ha incontrato gli amici - spiega - i primi a scoprirlo e intervenire sono i genitori e fanno in modo che puliscano subito». Il senso della famiglia è uno dei punti di maggiore vicinanza tra i cagliaritani storici e quelli arrivati dalle Filippine. «Una delle caratteristiche comuni è il senso della famiglia e la passione per gli incontri conviviali con altre famiglie allargate», spiega Danilo Cannas, console delle Filippine in Sardegna che ha rilanciato il bel gesto dei giovani in piazza Garibaldi, «un esempio che nella sua semplicità ha avuto un effetto dirompente, tanto che abbiamo avvisato l'ambasciatore e il console generale».
I primi arrivi in città risalgono all'inizio degli anni Ottanta, poi la fama di grandi lavoratori ha fatto aumentare il mercato e sono cominciati ad arrivare figli, parenti e amici che hanno dato vita a una comunità che conta oltre 1.600 persone: uno straniero su cinque a Cagliari è filippino.
Come piazza Garibaldi ci sono tanti altri punti di ritrovo dei giovani, prima quello principale era a Monte Claro, ora si ritrovano al parco della Musica. I ragazzini si spostano quasi sempre in bicicletta. «Da noi ci sono montagne e si circola poco in bici - spiegano - ma qui è il modo migliore di spostarsi».
Di norma non devono fare grandi tragitti perché non amano le periferie. «Vivono sempre nel centro urbano, concentrati nel quartiere di San Benedetto e in tutta l'area tra piazza Giovanni XXIII, piazza Garibaldi e via Sonnino - spiega il console - e non si tratta di una specialità cagliaritana, in tutto il mondo è così».
La comodità degli spostamenti è uno dei motivi che li porta a vivere nel cuore della città. «Abbiamo i parenti vicini e possiamo raggiungerli facilmente poi i bambini possono giocare in strada - spiega Howell Hernandez - chi fa l'orario spezzato torna a casa nelle pause».
L'occupazione tradizionale è quella del servizio nelle case e l'assistenza agli anziani, ma chi si è trasferito a Cagliari crede molto nell'istruzione dei figli. «In tutte le scuole ci sono studenti filippini, anche all'Università - conferma il console - ci tengono molto alla formazione». Chi arriva da Manila e dintorni ama gli sport di squadra con una predilezione speciale per il basket. Tra le nuove generazioni sono tanti i filippini che lavorano nei ristoranti, sardi e cinesi, e che hanno il giorno libero il lunedì e si danno appuntamento per la Monday League. L'ultima sfida è andata in scena al palazzetto di Genneruxi con spalti gremiti per tutta la sera. «Abbiamo cominciato nel 2004 col Filipino Dreamers Youth Club, puntando molto sui bambini e sui giovani. Con gli anni i più grandi hanno smesso di giocare, molti dei più piccoli sono cresciuti e altri hanno trovato lavoro», spiega Howell Hernandez da bordo campo, «ora non facciamo più i grandi tornei ma l'appuntamento del lunedì è irrinunciabile e una sessantina di giocatori durante il giorno libero scende in campo e si sfida con grande agonismo».
Marcello Zasso