Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Beni pubblici, affare da 30 milioni La Regione mette all'asta gli immobili considerati non più stra

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2017

Tra gli edifici in vendita anche l'ex sede dell'assessorato al lavoro e l'ex riformatorio di Giorgino

Beni pubblici, affare da 30 milioni La Regione mette all'asta gli immobili considerati non più strategici 

La Regione fa cassa e vende una parte degli immobili che possiede nel capoluogo. In tutto diciassette lotti tra fabbricati e aree edificabili per un valore stimato di oltre 30 milioni di euro, che saranno messi all'asta a partire dal prossimo 31 luglio. Tra i beni che saranno ceduti al miglior offerente spicca l'ex albergo di piazza Giovanni XXIII in cui sino a un paio d'anni fa erano ospitati gli uffici dell'assessorato al Lavoro, il cui prezzo di partenza sfiora i 12 milioni di euro, più precisamente 11 milioni e 940.860 euro.
IL PIANO DI DISMISSIONI Il bando, preparato dai funzionari dell'assessorato Enti locali, finanza e urbanistica, è già on line. I beni sono stati divisi in 17 lotti, per ognuno dei quali è stato fissato un prezzo a base d'asta in alcuni casi inferiore alla stima di valore dell'immobile. Oltre al palazzo di piazza Giovanni, ci sono le aree ex Ersat di viale Monastir - divise in due lotti da 1 milione e 793mila e 1 milione e 854mila euro -, l'ex carcere minorile di Giorgino (si parte da un milione e 560mila euro), la villa con giardino del comandante dell'ex deposito militare di Monte Urpinu, per la quale servono 4 milioni e 492mila euro, i 14 appartamenti delle palazzine ex Telecom di via Bainsizza (in vendita a un milione e 576mila euro) e l'ex complesso militare in località Fangario, composto da un'area di 9800 metri quadrati più 300 di fabbricato, il cui prezzo base è un milione e 102mila euro.
GLI ALTRI AFFARI L'elenco prosegue poi con una serie di appartamenti e uffici in via Bottego (tre lotti per un valore complessivo di 600mila euro), in via Vittorio Veneto, via Dante e via Satta e un fabbricato e un terreno in viale Colombo del valore di 380mila euro. Capitolo a parte per l'appetibilità sul mercato immobiliare merita l'area edificabile in vendita in via Caravaggio del valore di circa 675mila euro, pari a 225 euro al metro quadro. Si tratta di un lotto di circa 0,3 ettari ancora da frazionare, ubicato nei pressi del Centro di Formazione professionale della Regione ed inserito nel Puc in zona G-I, cioè servizi generali con integrazione residenziale.
I REQUISITI Per partecipare alle aste - che si svolgeranno dal 31 luglio al 3 agosto a seconda dei lotti - sono necessari alcuni requisiti generali, come non avere pendenze con l'amministrazione regionale né aver riportato sentenze di condanna passate in giudicato. Inoltre per essere ammessi alla gara è necessario versare una caparra pari al 2 per cento del prezzo base stabilito per l'immobile che si intende acquistare. Le offerte saranno segrete con rilanci liberi rispetto alla base d'asta. Infine, una volta aggiudicato l'immobile, il vincitore dovrà versare il 20 per cento di quanto pattuito almeno 15 giorni prima della stipula del contratto di compravendita e il restante 80 per cento al momento della sottoscrizione dello stesso. Per perfezionare il contratto ci sono tra i 60 e i 90 giorni di tempo dall'aggiudicazione a seconda del lotto.
L'ASSESSORE Nell'elenco sono stati inseriti tutti quei beni immobili che - come stabilito dalla legge regionale 35 del 1995 - non sono considerati «funzionalmente utilizzabili per i servizi regionali, degli enti strumentali, delle agenzie regionali e delle società in house» e «che non sono destinabili agli enti locali territoriali, ovvero che non rivestano interesse ambientale o culturale». «Si tratta di immobili che la Regione non ha più interesse a tenere - conferma l'assessore Cristiano Erriu -, in quanto generano solo costi. Altra cosa sono invece gli immobili di qualità, come ad esempio il vecchio ospedale Marino per il quale c'è la volontà di aprire subito un tavolo col Comune per trovare la soluzione migliore, anche se ricordo che anche il vecchio Pronto Soccorso che molti vorrebbero buttare giù è bene che appartiene al Demanio».
Massimo Ledda