Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scala di Ferro, quale futuro? L'antico palazzo potrebbe di nuovo ospitare un albergo di lusso

Fonte: L'Unione Sarda
3 luglio 2017

MARINA.

Confronto Comune e ScaFe. Ritardi sulla cessione di parte dei parcheggi sotterranei

Scala di Ferro, quale futuro? L'antico palazzo potrebbe di nuovo ospitare un albergo di lusso

Dal 1869 al 1964 è stato un prestigioso hotel nel cuore della città. Un albergo con vista sul Golfo degli Angeli le cui stanze ospitarono D'Annunzio, Carlo Levi, il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo. Ma anche lo scrittore inglese David Herbert Lawrence (che ne parlerà nel suo “Sea and Sardinia” del 1921), Filippo Tommaso Marinetti, Sibilla Aleramo, Fausto Coppi, Gino Bartali, Mario Del Monaco e Totò.
Restituire alla Scala di Ferro la sua destinazione storica, trasformando l'edificio di viale Regina Margherita, ancora una volta, in un hotel di lusso, è il sogno della proprietà. «Non me ne occupo più direttamente, alla società pensa ora mio figlio Luca, ma è proprio questo il nostro desiderio. D'altra parte La Scala di Ferro lo è stato, un albergo. Un grande hotel», dice l'imprenditore Romano Mambrini, già presidente degli Industriali della provincia di Cagliari e, nei primi anni Novanta, presidente della Camera di commercio.
È il 1964 quando l'allora hotel La Scala di Ferro chiude i battenti. Tre anni prima la compagnia Jolly Hotel acquistò l'intero complesso e, dopo averlo sottoposto a restauro, lo chiuse.
Fu l'inizio del degrado, dell'abbandono. Fino al 1998, quando la nuova e attuale proprietà, la ScaFe della famiglia Mambrini, realizzò la nuova sede della Prefettura con residenza annessa e parcheggi sottostanti.
Dal 2012 la Scala di Ferro non è più la residenza della rappresentanza di Governo. Scaduto il contratto di sei anni con i Mambrini per gli uffici - dodicimila metri quadri - la Prefettura ha lasciato via Torino. Parte del caseggiato ospita da due anni il Convitto Nazionale ed è anche sede del liceo classico musicale. Durante i lavori per la realizzazione dei parcheggi interrati riemersero le vecchie strutture cinquecentesche e ottocentesche ma anche emergenze archeologiche ben più antiche risalenti all'età repubblicana e Alto Medievale. Scoperte importanti, coordinate dalla Soprintendenza, che hanno modificato il progetto delle aree di sosta. Nel primo piano del parcheggio è stata così ricavata un'area archeologica con le tombe di una famiglia vissuta a Cagliari tra il primo e il terzo secolo dopo Cristo. «Uno spazio aperto al pubblico in occasione di Monumenti aperti nel 2012», ricorda l'assessora comunale all'Urbanistica, Francesca Ghirra.
Storia d'oggi. «Siamo in una fase interlocutoria con la società proprietaria della Scala di Ferro. C'è un dialogo, un confronto in atto tra il Comune e Mambrini. Sono coinvolti sia l'Urbanistica ma anche l'assessorato alla Mobilità per quel che concerne i parcheggi sotterranei. Già nella vecchia convenzione era stata prevista la cessione di una parte da trasformare in area sosta pubblica. Stiamo parlando di una sessantina di stalli, assolutamente importanti per il rione Marina. Ebbene, questi accordi sono ancora attuali e dovranno essere riconfermati. Recentemente con i servizi Mobilità e Cultura e la Soprintendenza abbiamo fatto un sopralluogo nei locali. Attendiamo la formalizzazione delle proposte da parte della società», spiega Francesca Ghirra, «ma anche la cessione della zona museale».
Insomma, la strada da percorrere è ancora lastricata di tappe burocratiche. Pubblico e privato dovranno presto sedersi intorno al tavolo del confronto per chiudere gli accordi così da poter dare lustro al bellissimo caseggiato tra viale Regina Margherita e via Torino, acquistato con un investimento di sette miliardi di vecchie lire e restaurato con una spesa di diciassette milioni di euro. Il futuro come il passato, dunque? Non solo hotel, però. Perché, se proprio l'albergo non dovesse rinascere, l'alternativa va trovata in altre destinazioni d'uso come abitazioni e negozi ma anche centro per gli anziani.
Andrea Piras