Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il presidente rassegna le dimissioni e attacca: prigionieri dei ritardi della politica Cagliari free

Fonte: L'Unione Sarda
23 giugno 2017

Il presidente rassegna le dimissioni e attacca: prigionieri dei ritardi della politica Cagliari free zone, Massidda: addio con polemica

Un passo indietro. Piergiorgio Massidda ha lasciato la presidenza di “Cagliari free zone” la società nata per gestire e amministrare la zona franca doganale del porto. «Abbiamo approvato il bilancio e ho presentato le mie dimissioni da presidente» scrive l'esponente di Forza Italia nella nota in cui annuncia l'addio alla società che per il cinquanta per cento è nelle mani del consorzio Cacip e dell'Autorità portuale che era stato chiamato a guidare nel 2012.
L'ACCUSA «La “Cagliari free zone” non è il solito carrozzone politico o uno stipendificio ma una società con i conti in regola bloccata da una burocrazia folle e da una volontà politica che ha nomi e cognomi facilmente identificabili: quelli che a destra come a sinistra pensano che la zona franca in Sardegna non debba partire mai. Ricordo - ha proseguito nella nota l'ex senatore - che sotto la nostra gestione è stato approvato, prima dall'Agenzia delle dogane e poi dalla Regione, il Piano operativo della zona franca. Un traguardo storico».
L'AREA FANTASMA Tra i motivi di orgoglio del medico che siede sui banchi dell'opposizione in Consiglio comunale, c'è «l'autorizzazione data dalla Regione al Cacip «a infrastrutturare l'area dove sorgerà la free zone con oltre un milione di euro». La pratica, però, sarebbe ferma in e non solo per un'impasse burocratica. «Purtroppo la richiesta di variante al Piano regolatore portuale che permetterà a Cacip e Autorità portuale di aprire la free zone giace in Comune da oltre un anno. Un ritardo pazzesco che mi suggerisce di pensare che il problema sia politico». A pesare, secondo Massidda, sarebbe stata anche una volontà politica.
L'AUSPICIO «Mi auguro che, liberati dalla mia presenza, sia il Comune che la nuova governance del porto sblocchino la situazione perché il contesto economico e la crisi gravissima in arrivo al porto canale non permettono più alla politica di dividersi e perdere tempo. Perché di questi ritardi hanno fatto le spese tutti i sardi».