Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Si conclude il summit nell'Isola, impegni anche su viabilità e treni Aerei, Delrio promette: 5 milio

Fonte: L'Unione Sarda
23 giugno 2017

Si conclude il summit nell'Isola, impegni anche su viabilità e treni Aerei, Delrio promette:
5 milioni di posti in più

«Perché abbiamo scelto Cagliari e la Sardegna così poco infrastrutturate? Perché quella sarda è una sfida, una dimostrazione che il tema del G7, dare valore sociale delle infrastrutture per garantire la crescita del benessere collettivo, ha applicazione concreta qui, adesso».
Graziano Delrio è preparato. E quando, durante la conferenza stampa finale del vertice dei sette ministri dei trasporti di Commissione Ue, Italia, Usa, Canada, Germania, Francia, Giappone e Regno Unito, gli si fa la domanda giusta la risposta è pronta.
INVESTIMENTI SARDI I problemi con gli aerei? «Abbiamo approvato una nuova continuità territoriale che entrerà in vigore da settembre e garantirà cinque milioni di posti in più, tariffe fisse per i residenti e prezzi calmierati per i non residenti». Le ferrovie da terzo mondo? «Abbiamo stanziato 400 milioni per la ristrutturazione della rete ferroviaria sarda che fra tre anni consentirà di dimezzare i tempi di percorrenza tra Cagliari e Sassari». La carenza di infrastrutture stradali? «Abbiamo messo in campo 900 milioni per concludere la Sassari-Olbia e dato il via libera a tutti i lotti in modo che entro il 2019 la strada sarà conclusa».
INVESTIAMO DI PIÙ Il ministro è preparato. Ammette che «il nostro Paese ha investito poco in passato in ferrovie regionali, ma adesso siamo impegnati a recuperare il tempo perso» e prova a dimostrare che «per ridurre il gap tra nord e sud, che è ancora grande, abbiamo lavorato molto seriamente, anche condividendo i progetti con le Regioni, «come è successo con la Sardegna».
Certo, quando nella Dichiarazione di Cagliari, il documento finale che sintetizza il risultato del meeting di questi giorni, si afferma che «la selezione dei progetti sarà basata su una corretta analisi costi-benefici e saranno scelti quelli che garantiscano maggiori vantaggi in termini di valore aggiunto» e quando si auspica la collaborazione dei privati per il finanziamento di grandi infrastrutture sembra si stia escludendo la Sardegna, dove i privati non investirebbero mai in questo campo. Ma Delrio dice che non è così, che in Sardegna questo discorso non vale.
Insomma, mentre i ministri garantiscono «l'impegno ad identificare e rimuovere potenziali barriere all'introduzione delle tecnologie per la guida automatica e connessa nei sistemi di regolazioni esistenti, a livello internazionale e di singoli Paesi» qui l'ambizione è avere strade. Punto. Al resto ci si penserà.
VETRINA DEL DOMANI Ma che cosa è successo al G7. A parte le dichiarazioni di principio e gli impegni condivisi, i Paesi hanno presentato alcuni progetti-spot su mobilità sostenibile e innovativa. Il sindaco di Stratford, comune di 30mila abitanti nell'Ontario, ha raccontato di una rete di fibra ottica a banda larga da 80 chilometri con wi-fi per gestire una serie di tecnologie e un programma di smart cities fanno di questo sito il primo dove vengono sperimentati autoveicoli automatici e connessi.
LE STRADE COI SENSORI In Giappone è già realtà, come ha dimostrato Masafumi Mori, viceministro delle Infrastrutture giapponese, che ha parlato di sensori posti in tutte le strade che in tempo reale forniscono “big data” sul traffico e consentono di spostare flussi da una parte all'altra della città. La britannica Catherine Davie ha presentato la copertura “verde” per la strada ad alto traffico che passa accanto al sito di Stonehenge; Nora Susbielle, direttore generale dei trasporti del ministero francese, ha illustrato il progetto di salvaguardia ambientale dell'autostrada tra Pau e Bordeaux, nel sud-ovest del Paese, dove sono stati protetti 1.372 ettari di habitat naturali. Tyler Duvall, della McKinsey&Company, ha descritto un programma per decongestionare il traffico veicolare in entrata nelle metropoli attraverso corsie preferenziali a pagamento nelle quali è possibile raggiungere velocità tra 80 e cento kmh.
IL TRENO DEL BALTICO Poi c'è il progetto rail Baltica, una rete ferroviaria che unisce Helsinki a Varsavia, passando per Tallin, Riga, Kaunas e Vilnius, attraversando quindi cinque Paesi baltici: Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Ecco, a chi si chiedeva a che cosa servono i G7 si può dare qualche risposta.
Fabio Manca