Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ladri e ruspe, così si uccidono i litorali

Fonte: L'Unione Sarda
8 giugno 2017

Troppi i comportamenti a rischio che compromettono le nostre coste

Se ognuno dei tre milioni di turisti che ogni anno visitano la Sardegna portasse via dagli arenili un chilo di sabbia come ricordo della sua vacanza, le nostre spiagge - tutte le nostre spiagge - verrebbero cancellate in dieci anni. E se nei secoli passati la poseidonia fosse stata spazzata via con le ruspe, come purtroppo ancora oggi accade in tantissime località balneari dell'Isola, la spiaggia rosa di Budelli non sarebbe stata rosa e forse non ci sarebbe neppure una spiaggia.
Sono solo alcuni degli esempi che ieri mattina - in occasione del convegno sul progetto Neptune, intitolato non a caso “Una proposta per la tutela e la gestione delle spiagge della Sardegna” - hanno messo il dito sulla piaga: nonostante i passi da gigante fatti negli ultimi anni verso uno sviluppo sostenibile delle coste, c'è ancora tantissimo da fare soprattutto sul versante della gestione da parte della politica e della sensibilizzazione dei rappresentanti dei territori. Molti Comuni sono infatti impreparati a gestire un ecosistema delicato come quello delle spiagge, quasi la metà di quelli costieri non hanno neanche adottato un Pul e troppo spesso vengono avvallati - inconsapevolmente o meno - interventi sia urbanistici che di semplice pulizia capaci di deteriorare gli arenili, mettendone così in pericolo la sopravvivenza.
In questo senso un richiamo forte alle istituzioni è arrivato dal rettore di Cagliari Maria Del Zompo, giustamente orgogliosa del lavoro fatto dal team di ricercatori della sua università. «Facciamo sistema con il territorio - ha detto -. Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell'ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. La nostra offerta formativa è assolutamente competitiva, i nostri corsi di laurea coprono tutti gli argomenti trattati e sviluppano progetti importanti. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso». Presente all'incontro anche l'assessore regionale all'urbanistica Cristiano Erriu, che ha salutato la conclusione del progetto Neptune come un grande successo. «La scienza ci mostra alcune strade percorribili - sono state le sue parole -, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale». Più difficile a dirsi che a farsi, però. Il perché lo spiega Sandro Demuro, coordinatore del progetto Neptune: «La spiaggia del Poetto è un unico ecosistema ma dal punto di vista amministrativo è divisa in due Comuni, quello di Cagliari e quello di Quartu. Se uno di questi fa qualcosa di sbagliato, questo intervento si ripercuoterà su tutto l'ecosistema. Ecco perché servirebbe un coordinamento unitario, altrimenti sarà difficile venirne a capo». (m. le.)