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Ruspe e ladri di sabbia, così l'uomo sta rovinando le spiagge sarde

Fonte: web SardegnaOggi.it
8 giugno 2017

Ruspe e ladri di sabbia, così l'uomo sta rovinando le spiagge sarde

Ruspe e ladri di sabbia, così l'uomo sta rovinando le spiagge sarde
Spiagge rastrellate con le ruspe, ‘ladri’ di sabbia e mancanza di regole mettono in pericolo i litorali della Sardegna. Sempre più colpiti dal fenomeno dell’erosione, da Cagliari a Budelli. I risultati di un progetto dell'Università.



CAGLIARI - Le spiagge sarde soffrono di un male chiamato erosione. Un fenomeno naturale spesso amplificato dall’azione maldestra dell’uomo: costruzioni in riva al mare, mancanza di regole urbanistiche, pulizia dell’arenile effettuata con mezzi meccanici, turisti che portano via preziosi granelli come fossero souvenir. Una serie di pratiche scorrette che col passare degli anni contribuiscono a erodere i nostri litorali.

A fare il punto sulla situazione uno studio dell'Università di Cagliari finanziato dalla Regione. Si chiama Tender Neptune e ha permesso, grazie a un monitoraggio eseguito tramite telecamere e una serie di boe ondametriche, di costruire un'imponente banca dati delle spiagge del Golfo degli Angeli da Villa D'Orri al Margine Rosso. Un team di ricercatori, guidato dal Sandro Demuro docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali, in tre anni ha studiato, catalogato e archiviato 1200 campioni grazie ai quali sarà possibilese non rimediare agli errori del passato almeno evitare di commetterne altri e salvaguardare l'ambiente.

Un ambiente marino che una volta matrattato, l'esempio del ripascimento del Poetto è noto, deve faticare prima di riprendersi. "Nel 2014 a Cagliari abbiamo adottato il Pul (piano di utilizzo del litorale) - spiega l'assessora all'Urbanistica Francesca Ghirra - e dal primo monitoraggio fatto a due anni di distanza è emerso un miglioramento dello stato di salute della spiaggia. L'aspetto critico è rappresentato dall'erosione nel tratto tra Marina Piccola e il Lido dove l'arretramento dell'arenile rispetto al post ripascimento è di circa nove metri. Sta portando risultati l'ecofiltro che sta permettendo di ricreare le dune".

Tuttavia solo pochissimi Comuni costieri hanno adottato il Pul, quelle regole che permettono di pianificare lo sviluppo e la tutela delle costa. "Su 72 comuni – sottolinea Cristiano Erriu, assessore regionale agli Enti Locali – soltanto 16 si sono dotati del Pul, mentre altri 23 l'hanno adottato ma non ancora approvato. Sono invece 33 i Comuni che non l'hanno adottato: decisamente troppi. E non si tratta di un ritardo dovuto alla mancanza di fondi perché la Regione li ha erogati. Il problema è culturale e di informazione" conclude Erriu.

Spesso, secondo Demuro, è la mancanza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge a generare problemi. "Le spiagge sono soggette a numerosi furti di sabbia, su questo manca informazione perché non tutti sanno che è vietato portare via i granelli. Nel nord Sardegna la spiaggia rosa di Budelli, a causa dei continui furti, ha perso il suo colore caratteristico che gli viene conferito dalla presenza della posidonia". A danneggiare le spiagge anche il modo in cui  queste vengono pulite: "La pulizia delle spiagge eseguita con mezzi meccanici le rende simili a cantieri stradali perché vengono livellate, compresse. Così facendo non solo si distrugge l'habitat delle tartarughe marine ma si butta via la posidonia e si favoriscono le mareggiate perché l'acqua non incontra ostacoli. Palau è l’unico comune sardo che dal 2005 ha fatto la scelta di non utilizzare le ruspe e fa solo la pulizia a mano".

Dati scientifici e suggerimenti quelli che arrivano dall'Ateneo cagliaritano. Che ora chiede spazio alla politica. "Facciamo sistema con il territorio – afferma il rettore Maria Del Zompo - Noi formiamo giovani motivati e preparati sui temi dell'ambiente, con particolare riferimento al contesto sardo. I nostri gruppi di ricerca sono tra i primi in Europa, da diversi Paesi del mondo vengono a Cagliari per studiare e fare ricerca su questi temi: ora abbiamo bisogno che Regione e Comune ci dicano cosa vogliono fare per lo sviluppo e la tutela del nostro ambiente. Noi siamo pronti, anche per partecipare ad un grande progetto condiviso".