Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'agonia di Stampace soffocato dalle auto

Fonte: L'Unione Sarda
29 maggio 2017

CENTRO STORICO. Sosta selvaggia nelle strette strade del rione

 

 

Nessuno rispetta la Ztl, invocate le telecamere 

 

 

L'emblema di Stampace è vico 3° sant'Efisio, ingresso al quartiere dalla parte alta di via santa Margherita. Unica strada che, inspiegabilmente, non è stata compresa nella realizzazione dei sottoservizi, ha conosciuto - ormai sono trascorsi più di dieci anni - un pericoloso smottamento che ha provocato profonde lesioni, tuttora visibili, alle abitazioni che si affacciano anche sulla via del patrono di Cagliari. Risultato: transenne, chiusura al traffico e proteste cadute nel nulla.
VIA FARA A due passi da questo eterno cantiere inizia la via Fara, un altro simbolo dell'incurante decadenza dello storico rione: da una parte (sulla destra, scendendo verso la via Azuni) una sequenza di piccole palazzine, alcune risanate altre ancora in attesa, dall'altra un'incolta “savana” fra careganzu e alti sambuchi, nati spontaneamente, dove qualche residente è riuscito a ricavarsi un giardinetto condominiale fra boungaville e fiori di campo. Potrebbe essere un mini-parco di quartiere, incastonato com'è sotto la via santa Margherita, invece è un ricettacolo di zecche e blatte, a rischio incendio nei mesi estivi quando tutto quel verde bastardo diventa un cumulo disordinato di gialle erbacce pericolosamente vicine alle abitazioni.
PORTICO DEGLI ALBERTI Non che le cose migliorino di molto entrando a Stampace da quel gioiellino architettonico e urbanistico che è il Portico degli Alberti, scorcio medievale che guarda alla via Ospedale (detta anche via del Monte perché portava al Castello) e immette nella via Azuni dove, spalle alla chiesa di san Michele dei Gesuiti, si correvano le pariglie al Carnevale. Oggi, su quello stesso tracciato, da qualche anno di si corre la Vespiglia , caricatura motorizzata della giostra oristanese, ennesimo colpo di grazia alla pavimentazione della strada, ormai quasi completamente fratturata e sconnessa, ma puntualmente rabberciata e suturata alla bell'e meglio quando si avvicina la festa di maggio di sant'Efisio.
VIA AZUNI Per il resto via Azuni, a dispetto «dei ferri battuti dei balconi, tutta case e casettine tagliate a dadi come un gioco di bambini», per dirla con Francesco Alziator, è diventata una delle strade a più alta densità di traffico automobilistico di tutto il centro storico cittadino. Perché, chiusi al traffico Marina, Castello e Villanova, Stampace è finito per diventare un enorme rione-parcheggio libero e selvaggio, dove tutti hanno libero accesso, dove la Zona a Traffico Limitato è un optional: uno dei cartelli che dovrebbero scoraggiare l'ingresso è stato girato e, beffardo, si rivolge a chi ormai sta lasciando il quartiere. Un'autentica presa in giro. Che diventa incubo nelle ore notturne.
MOVIDA È alla sera e nelle ore notturne che via Azuni subisce un autentico assalto da tutte le parti, un flusso ininterrotto di auto che si rovesciano dalla via Ospedale, dal viale Sant'Ignazio, dal largo Carlo Felice, dal Cammino Nuovo. Con i residenti tenuti in ostaggio da un vortice senza controllo che non conosce pausa fin oltre le due-tre della notte. Trovare parcheggio è un miraggio. Da questa invasione senza tregua non vengono risparmiate neanche le vie del pettine stampacino (Siotto Pintor, Carlo Buragna, santa Restituta, non parliamo di via sant'Efisio e Fara) nonostante la loro ridotta sezione stradale. In caso di emergenza nessun mezzo potrebbe passarci. E di fatto è già successo che un malato oncologico sia stato trasportato, a piedi sulla barella, dalla parte alta di via santa Restituta fino alla via Azuni dove c'era ad attenderlo l'ambulanza, impossibilitata ad andare oltre. Per non parlare di quello che potrebbe succedere in caso di incendio. « Toccara a zerriai unu Canader » dice caustico un anziano residente.
VIA STRETTA Benvenuti a Stampace. Dove si passa nel vico 1° sant'Efisio, proprio davanti il carcere del martire, la strada più stretta di Cagliari, non puoi aprirci l'ombrello quando piove perché rimarrebbe incastrato fra i muri delle case e «in qualunque punto ci si metta», scrive ancora Alziator, «non si riesce ad aprire le braccia completamente».
CUCCURUS COTTUS Benvenuti a Stampace, borgo di cagliaritani veraci un tempo definiti cuccurus cottus per il loro sanguigno e irriverente temperamento, oggi cittadini rassegnati e silenti, «più che altro delusi», precisa ancora uno stampacino doc . Forse perché stanchi di vedere Stampace scelta come sede di qualunque manifestazione, commerciale o musicale, senza tener conto delle ricadute (in termini di qualità della vita) sui residenti, spesso impossibilitati a fare rientro a casa o a scaricare la spesa come a tenere aperte le finestre nella stagione estiva, rassegnati a vedersi i portoni delle proprie case ridotti a latrine, quando non a qualcosa di peggio.
TELECAMERE, QUANDO? Benvenuti a Stampace. Quartiere che ancora si chiede perché - dopo Marina, Villanova e Castello - ancora non siano installate le telecamere a regolare (o vietare) lo scriteriato ingresso delle auto nelle sue vie, custodi di monumenti e tesori che reclamano ben altra dignità e decoro.
Paolo Matta