Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E la Madonna è tornata a Bonaria

Fonte: L'Unione Sarda
27 maggio 2009


Concluso dopo cinque giorni il pellegrinaggio a Barcellona

La fatica è stata grande, ma la fine del viaggio alle radici cominciato giovedì 21 è stata commovente per molti
Si abbracciano. Salutano commossi i compagni di viaggio. Tanti degli oltre 800 pellegrini partiti giovedì scorso per Barcellona non vedevano l'ora di tornare a casa per potersi finalmente riposare. Eppure il momento del commiato li sorprende un po' turbati all'idea di lasciare la comunità con la quale hanno condiviso per sei giorni l'inedito pellegrinaggio marino in Catalogna.
Mancano pochi minuti alle dieci quando nella basilica di Bonaria si conclude il rito del rientro della Vergine. Sono venuti in tanti ad accoglierla al molo Ichnusa del porto, anche il sindaco Emilio Floris in fascia tricolore e il presidente dell'Autorità portuale Paolo Fadda. Non c'è ( per impegni fuori dall'Isola) il presidente della Provincia Graziano Milia, che ha preso parte al pellegrinaggio con Pietro Comandini, assessore alle Autorità produttive. Non c'è neppure l'arcivescovo, così come ieri è mancata a Oristano l'autorevole presenza di monsignor Ignazio Sanna, impegnato, come monsignor Mani, nella riunione della Conferenza episcopale italiana.
Ci sono però i pellegrini e i Padri Mercedari, veramente soddisfatti di aver centrato l'obiettivo di realizzare, dopo il periplo dell'Isola di un anno fa, il secondo pellegrinaggio via mare della Madonna. «Per noi andare a Barcellona è stato un viaggio alle nostre radici - spiega il Maestro generale dell'Ordine dei Mercedari Giovannino Tolu - perché nella capitale della Catalogna siamo nati nel 1218, e da lì, nel 1370, è partita la statua della Vergine arrivata a Cagliari dopo un naufragio».
Dopo 639 anni è stato ripetuto il viaggio avventuroso di quella Madonna giunta sulle sponde del Golfo degli Angeli dentro una cassa ancora oggi conservata nella nave dei pellegrini. «È stato emozionante riaccompagnarla a Barcellona e poi tornare a casa», raccontano Guenda e Arianna, due dei cinquanta volontari impegnatissimi in questi giorni a garantire agli ottocento viaggiatori il massimo dell'accoglienza. C'è voluta tutta la loro disponibilità alla fatica soprattutto nella penultima tappa del viaggio, quella di Oristano, resa difficilissima da un caldo atroce. E i disagi non sono finiti a terra, ma sono proseguiti sulla Moby Drea, la nave messa a disposizione dei pellegrini dall'armatore Vincenzo Onorato. Per due volte il traghetto è dovuto tornare in porto perché due passeggere si erano sentite male: «Niente di grave, per fortuna - spiega Antonio Esposito, responsabile dell'organizzazione del viaggio - è tutto dimenticato, ora che abbiamo concluso questa straordinaria avventura. I disagi non sono mancati, ma mi ha veramente commosso vedere crescere con il passare dei giorni un clima comunitario davvero intenso. Ho visto tanti piangere alla fine di un viaggio all'estero che per qualcuno è stato il primo della vita. Abbiamo scelto di fare pagare una quota simbolica di 150 euro a testa per evitare che il pellegrinaggio fosse riservato soltanto ai benestanti».
Annuisce padre Salvatore Mura, rettore del Santuario di Bonaria, dispiaciuto soprattutto per aver dovuto dire di no ai tanti che avrebbero voluto partecipare ma non hanno trovato posto sulla Moby Drea. «È stata un'esperienza di grande gioia - dice - nonostante le difficoltà di comunicazione con una Barcellona poco ospitale con noi e il nostro pellegrinaggio. Abbiamo toccato con mano le difficoltà di dialogo fra la Chiesa e uno Stato laico per niente aperto alle ragioni della fede. Ma abbiamo avuto grande accoglienza dai Mercedari catalani e dall'arcivescovo Lluis Martinez Sistach, che ha concelebrato una solenne Messa nella stupenda chiesa di Santa Maria del Mar. È stato proprio uno straordinario alle origini dell'Ordine dei Mercedari».
Voluta dai frati che governano il santuario sul colle cagliaritano, l'iniziativa ha concluso le celebrazioni per il centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona massima della Sardegna, voluta da Pio X nel 1908. E ha visto saldarsi anche il collegamento civile fra due città così importanti nel bacino del Mediterraneo, dove Barcellona rappresenta uno dei centri di maggior rilievo. I sindaci delle due città si sono incontrati, qualcosa si è mosso anche nei rapporti fra sardi della Catalogna e dell'Isola. Certo, non molto, ma un seme è stato gettato.
E già si coltivano nuovi sogni. «L'idea del pellegrinaggio marino a Barcellona - racconta Padre Luigi, ottantacinquenne molto attivo - ci venne un anno fa, nei giorni del periplo lungo le coste della Sardegna e dell'incontro con gli emigrati a Livorno. Chissà che un giorno non portiamo la statua a Buenos Aires». Nella capitale argentina la protettrice dei marinai è venerata a tal punto da aver dato il suo nome alla città. «Sarà difficile andarci in nave, ma chissà che un bel Boeing non ci porti lì prima a poi», sussurra ottimista Michele Di Martino, presidente dell'associazione dei laici devoti a Nostra Signora di Bonaria.
GIANCARLO GHIRRA

27/05/2009