Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In tour nei siti culturali

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2017

Sabato e domenica prossimi 21ª edizione con gli studenti-ciceroni

 

Monumenti aperti, nuova formula con i percorsi 

 


Saranno anche finiti, i siti culturali da svelare, dopo vent'anni di Monumenti aperti. Non però la rassegna, che scoppia di salute e rilancia: monumenti ancora al centro dell'iniziativa dell'associazione Imago Mundi (costa centomila euro, in gran parte stanziati dal Comune e il resto da sponsor privati), ma cambia la formula: quest'anno ci saranno i percorsi (quattro) e un tema generale, un filo conduttore. È stato scelto il paesaggio. «I più giovani non sanno», esemplifica il giornalista-conduttore Giuseppe Murru, presentando la 21esima edizione al Ghetto degli Ebrei, «che nel quartiere di San Benedetto ci sono ancora i segni di quel che il rione fu fino agli anni Cinquanta: l'orto e la vigna di Cagliari. Monumenti aperti ne svelerà le tracce».
LE NOVITÀ Per quanto riguarda i siti, sono inclusi per la prima volta nel programma l'Ospedale militare, la Chiesa evangelica in viale Regina Margherita, l'Ippodromo e l'ex Ospedale Sant'Antonio, ora Ostello della gioventù. Inoltre, raddoppia l'area di Tuvixeddu aperta ai visitatori, con tante nuove tombe da osservare.
I CICERONI A dire il vero, non solo i siti culturali sono il cuore della rassegna, in programma sabato e domenica della prossima settimana (13 e 14 maggio). Già, perché il cuore che pulsa realmente è quello dei volontari di 150 scuole: bambini e ragazzi che si preparano a lungo per fare i ciceroni, per spiegarci che cosa stiamo guardando e la sua storia, lì, davanti al sito culturale di cui sono orgogliosi di parlare. Un format cagliaritano che non solo si è imposto in circa 60 Comuni sardi, ma anche nelle Langhe (in Piemonte) e a Reggio Emilia, sempre con la regia di Imago Mundi, presieduta da Fabrizio Frongia.
I PERCORSI Impossibile riassumere il programma (la guida è su www.monumentiaperti.com). Si può dire che i quattro percorsi sono la Strada reale (verso Oristano), la Strada per Pirri, la vecchia Strada orientale e la Strada per Quartu, ma tutto all'interno della cinta urbana di Cagliari. Piedi e biciclette sono vivamente consigliati, così come i mezzi che il Ctm, spiega il direttore Roberto Murru, incrementerà. Assieme ai percorsi, ci saranno anche nove itinerari e postazioni tematiche.
IL COMUNE «Monumenti aperti è un'idea geniale nella quale i volontari sono fondamentali», segnala il sindaco Massimo Zedda, mentre l'assessore alla Cultura è contento che il tema sia il paesaggio: «Sul tema, a luglio organizzeremo un'iniziativa», assicura Paolo Frau, «alla quale parteciperanno architetti di grande fama». D'altra parte, secondo la sua collega al Turismo, Marzia Cilloccu, «non a caso siamo stati premiati come città per il turismo sostenibile: il paesaggio è un tema in cui Cagliari è forte». Peraltro, molti crocieristi saranno in città per Monumenti aperti.
INIZIATIVE DI CONTORNO Ricco anche il menu di concerti, incontri culturali, mostre e performance. Anche qui, sforzo di sintesi: sabato 13 alle 18, all'Exma', “Racconti di paesaggio” con il regista Giovanni Columbu e il fotografo Salvatore Ligios. Domenica, all'Auditorium di piazzetta Dettori, alle 11, sarà inscenato il racconto “Bellepòc e s'Arrevesciu”. Lo farà il suo autore, Francesco Abate, con l'attore e regista Jacopo Cullin.
I NUOVI CAGLIARITANI “Monumenti aperti” sarà, per diversi stranieri ospiti in città, un modo per diventare più cagliaritani. Il Ctm metterà a loro disposizione il bus turistico scoperto, i mediatori culturali racconteranno la città ai migranti nella loro lingua.
IL SINDACO Massimo Zedda non ha difficoltà a spendere parole lusinghiere sull'iniziativa culturale che si ripete, rinnovata, dopo 21 anni. «Vorrei tanto», ha detto, «che, in accordo con la Marina, l'anno prossimo si possa aprire un percorso alla Sella del Diavolo, dove si trova il più grande deposito di carburante dell'Occidente, con silos orizzontali collegati da tunnel stradali. Per una volta, vorrei che la pancia del promontorio fosse aperta alla città».
Luigi Almiento