Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'amore e la nostra follia Tu che a Dio spiegasti l'ali

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2017

Da questa sera, a Cagliari, è di nuovo “Lucia di Lammermoor”

 

 

 

“ L ucia di Lammermoor"”, il suo cuore violato, la sua follia. Ritorna stasera alle 20.30 al Lirico di Cagliari il capolavoro di Gaetano Donizetti, uno dei titoli più rappresentati in città: sono venticinque le stagioni che lo hanno visto in cartellone, da quel 10 febbraio del 1838, quando “Lucia” andò in scena al Civico, a due anni e mezzo dal debutto al San Carlo di Napoli. Poi Politeama Margherita, Cerruti, Teatro Giardino, Massimo, Auditorium del Conservatorio, e infine via Santa Alenixedda, nel 2000 e nel 2004, dove l'opera, finora, si è identificata con Mariella Devia, insuperabile protagonista, e con Denis Krief - regista, scenografo - costumista - datore di luci.
Nella terza riproposizione dell'allestimento del Lirico, non c'è il grande soprano ligure. C'è sempre il segno dell'eclettico regista italo-tunisino che con quest'opera conquistò nel 2000 il Premio Abbiati. Da oggi, per otto recite (e tre ridotte per gli alunni delle scuole), il melodramma tratto dal romanzo di Walter Scott (il libretto è di Salvatore Cammarano) vede in scena due giovani compagnie di canto: Davide Luciano /Luca Grassi (Lord Enrico Ashton), Gilda Fiume/Marigona Qerkezi (Miss Lucia), Roberto De Biasio/Matteo Desole (Sir Edgardo di Ravenswood), Manuel Pierattelli/Murat Can Güvem (Lord Arturo Bucklaw), Gabriele Sagona/Gianluca Margheri (Raimondo Bibedent), Lara Rotili (Alisa), Mauro Secci (Normanno). Giovane è anche il direttore dell'orchestra del Lirico, il trentaseienne siciliano Salvatore Percacciolo, allievo di Maazel, alla prima “Lucia”. Maestro del coro è Gaetano Mastroiaco.
A diciassette anni dalla prima messinscena, a tredici dalla seconda, l'allestimento firmato da Krief ripropone immutato il senso della sua lettura: quella di una storia di intrighi di potere e di tradimenti, che ha come luogo di elezione non un castello della Scozia, ma una gelida caserma. «Qualcuno, per questa caserma, o per quella sala da biliardo dove si svolge la farsa tragica delle nozze, ha avuto da ridire», spiega Krief. «Ma l'opera deve vivere col suo tempo. E allora quale ambiente può spiegare meglio lo strapotere maschile che utilizza una povera donna come merce di scambio?».
Un'opera perfetta, una serie continua di splendide melodie, un ritmo musicale che coincide con le intermittenze del cuore, con rimandi al “Don Giovanni” e anticipazioni della “Traviata”, per una storia che racconta la tragedia di una giovane donna, innamorata del più fiero nemico del fratello, e costretta con l'inganno e per interesse a sposare un uomo che non ama. Lo farà, pensando di essere stata abbandonata dal suo Edgardo, ma ucciderà lo sposo la notte delle nozze, per poi morire di dolore. A Edgardo, che l'ha insultata per il tradimento, non resterà che togliersi la vita. È Walter Scott, ma è anche Shakespeare ed è, su tutti, Donizetti, che alla pazzia ha pagato un tributo altissimo, nella vita come nell'arte.
Maria Paola Masala